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Home » Guarigione da un Doc Relazionale. Caso clinico.

Guarigione da un Doc Relazionale. Caso clinico.

7 Novembre 2022 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Caso clinico. Guarigione da un Doc Relazionale

Questo report descrive un caso clinico di una guarigione da un Doc relazionale. Il trattamento, fatto in Guarigione da un Doc relazionale. Caso clinicomodalità on line, durato 7 sedute, è stato realizzato con le tecniche della Terapia della Coerenza. Vincere il Doc relazionale è possibile.

Fabrizio ha 42 anni, single, dirigente d’ azienda. Arriva in terapia per problemi di Doc relazionale. Il suo problema è che ogni volta inizia una relazione affettiva, dopo poco tempo, inizia ad essere subissato e assillato da dubbi che qualcosa non va nella relazione.

Sintomatologia

Dubbi e incertezze nella relazione affettiva. Ansia e paura sul futuro della relazione. Sensazione di costrizione nel rapporto. Sentimenti di gelosia verso le precedenti relazioni della compagna.

Storia personale

Fabrizio ha avuto diverse relazioni affettive. Alcune sono state di breve durata, altre sono continuate più a lungo. La problematica era sempre la stessa: ansia, dubbi sui suoi sentimenti, insicurezza se era effettivamente innamorato e sensazione di essere in errore. Insofferente fin dall’ inizio al dubbio e alla costrizione. Dopo poco tempo sorgevano comportamenti di disinteresse tali, da farsi lasciare e fare andare via la sua donna.

Situazione familiare

La famiglia d’origine di Fabrizio è composta dai genitori, entrambi pensionati, e dalla sorella. Il padre è una persona inflessibile e perfezionista, sempre portato a fare confronti e svalutare il figlio.

La madre soffre di ansia e attacchi di panico.

La sorella, single, ha avuto anch’essa problematiche di adattamento sentimentale.

Il modello e la consuetudine familiare è la famiglia unita, a discapito della crescita ed autonomia dei figli.

Situazione attuale

Fabrizio ha da poco stabilito una relazione affettiva con una collega di lavoro. Nonostante l’ interesse verso questo legame, il ritorno dei dubbi e insicurezze non si è fatto attendere. Le ansie sono tornate assillanti, tali da cercare un nuovo trattamento terapeutico. La lettura degli articoli del mio blog ha stimolato Fabrizio a cercare il contatto.

Riferisce che nonostante l’ attrazione verso la collega, quando arriva un suo messaggio telefonico, lo percepisce come una seccatura. Quando sa che la compagna sta per giungere a casa, iniziano i dubbi e la mancanza di voglia di stare insieme.

“Mi piace realmente questa ragazza?”

Questi sentimenti gli creano ansia e senso di colpa, perché questo rapporto per lui è importante, diverso dagli altri.

La preoccupazione è di allarme per quello che prova. Una vocina dentro sta sempre a sussurrargli:

“ Attento, stai facendo un errore. Stai facendo un passo che poi ti potresti pentire!”

A causa di queste emozioni è preoccupato, specie durante i week end che trascorrono insieme.

Quando è al lavoro ha sempre pensieri e preoccupazioni su questo rapporto e sui sentimenti che prova verso la partner.

Rapporti familiari

La madre di Fabrizio ha un comportamento molto protettivo. Nonostante l’ età dei figli li tratta ancora come fossero ragazzi. Il suo legame è tanto forte e invasivo da pretendere che tutti i week end loro devono stare a casa, altrimenti mette il broncio. Spesso si lamenta, mette il muso e fa sentire in colpa. Fabrizio ha la sensazione di essere trattato come un ragazzo.

Il rapporto con suo padre non è stato facile. Ricorda con risentimento i confronti negativi a cui era sottoposto. Suo padre non si fidava, aveva sempre da ridire, criticare e svalorizzare. Secondo lui il figlio non era capace di far nulla, nonostante le prove contrarie e la carriera professionale di successo.

Spesso giudicava negativamente le ragazze frequentate da Fabrizio.

“Non è che si è messa con qualcuna che gli rovina la vita?” diceva spesso.

In un tale ambiente familiare era difficile la crescita, il distacco e l’ autonomia.

Terapia

La terapia della Coerenza si svolge attraverso tre momenti: recupero, integrazione e la fase di cancellazione dello schema che ha bisogno del sintomo nella memoria implicita: quella che chiamiamo un’ esperienza di giustapposizione.

La terapia viene assolta in maniera pratica, ma con scarso utilizzo della terapia della parola.

Le prime sedute servono a comprendere  il problema.

E’ molto importante porre attenzione al sintomo, perchè c’è uno schema interiore che ha bisogno di quel sintomo (Posizione Pro Sintomo).

Nel Doc Relazionale il sintomo è l’ insicurezza  e il dubbio  sulla relazione. Praticamente c’è una vocina interna che tormenta di continuo:” Sei sicuro che è la donna giusta? Sei veramente innamorato? Hai le farfalle nello stomaco? Attento! Se vai avanti con questo rapporto, rischi di fare un errore che poi ti potresti pentire!”.

Tutti questi dubbi sono in netto contrasto con i sentimenti del paziente.

La metodologia parte dal sintomo, con una descrizione delle emozioni, sensazioni, umore, comportamenti e percezione corporea.

Bisogna valutare bene il sintomo. Comprendere perchè agisce in questo modo. Qual’ è il suo scopo? Da cosa sta allertando l’attenzione? Quale può essere  la motivazione  dello schema difensivo ( la posizione Pro Sintomo)?

Con questa prima fase si va a scoprire e a prendere consapevolezza della trama emotiva responsabile e la ragione della difesa del sintomo.

Per l’ indagine psicologica si utilizzano delle tecniche. Le più frequenti sono: ‘deprivazione del sintomo’ e ‘frasi da completare’.

Lavoriamo sul dubbio: ” Mi piace realmente?”, e sulla sensazione ‘di essere in trappola’.

Trattamento

Terapeuta: – Concludi questa frase:’ La mia grande paura è…?

 Caso clinico. Guarigione da un Doc relazionale–Paziente: “La grande paura è … scegliere una persona sbagliata”

Terapeuta: -’ La mia grande paura è…?

–Paziente: “… stare con una persona che mi annoia, è come condannarsi ad una vita infelice”.

Terapeuta: -’ La mia grande paura è…?

–Paziente: “ La mia paura è quella di stare con una persona con cui non sono felice”.

Terapeuta: ‘ Quindi la mia grande paura è…?’

-Paziente: “…e se dopo non è la persona giusta? Io ho l’ ansia, paura…”

Terapeuta: -’ Qual’ è il pericolo?’

–Paziente: “ Io sono così instabile che da un giorno all’ altro cambio idea, come già successo… E’ sempre un rischio. Come posso fidarmi di me stesso?… Solo se lei è perfetta, altrimenti scatta l’ insicurezza…”

Terapeuta: ‘Che ne dici se prendiamo episodi analoghi successi nel passato?’

–Paziente, dopo una lunga riflessione: “L’ insicurezza l’ ho appresa da mio padre…”

Terapeuta:’Parlami del rapporto con tuo padre’.

-Paziente: “…tutto quello che facevo non andava mai bene. Un confronto continuo con mio cugino e altri amici coetanei. Non si fidava di quello che facevo, mi richiamava sempre. Io per lui non ero mai capace di far nulla…

Aveva da ridire anche sulle ragazze che frequentavo. Spesso lo sentivo quando parlava con mia madre:’ Non è che si messo con qualcuna che gli rovina la vita?’

Terapeuta:’ Fabrizio, potrebbe essere questa sfiducia la posizione pro-sintomo? Questa sfiducia trasmessa da tuo padre, può giustificare la tua paura di sbagliare?”

-Paziente: “ Potrebbe. Non lo so”.

Terapeuta: ‘Proviamo a verificare. Fabrizio ora ti do un compito da fare questa settimana. Su questo cartoncino scriveremo un’ asserzione. Tu dovrai leggerla almeno due volte al giorno, insieme ad un evento positivo in cui tu ti sei sentito sicuro e contento di te stesso (Giustapposizione)’.

[Questa è la fase di stabilizzazione. Serve a non perdere quando si è portato in luce]

Terapeuta: Va bene? Scrivi allora:

“Odio dirlo ma la mia sfiducia affettiva deriva dalla insicurezza inculcata, che io non sono capace di fare bene le cose. C’è come una voce dentro di me che mette in dubbio qualsiasi cosa, perché non faccio le scelte giuste. Ora devo evitare di fare scelte sbagliate. Sicuramente con questi dubbi sarà una scelta sbagliata, catastrofica, che mi rovinerà la vita.”

Leggila e poi pensa all’ evento positivo che tu, uomo di successo, sicuramente avrai provato.

Quarta seduta

Terapeuta:” Allora, Fabrizio, come sono andate le cose? Come ti sei sentito?”

-Paziente: ”Inizialmente bene, per due tre giorni non ho avuti sintomi Doc. Quando rivisto la mia ragazza sono tornati tutti i dubbi e le incertezze. Ogni tanto il pensiero fisso: ‘Mi piace, non mi piace?’

Ho avuto anche una reazione di disappunto quando l’ ho rivista: “ Forse a te non ti piace. E se non ti piace, vuol dire che non è la donna giusta’.

Ho l’ ansia perché provo quello che non dovrei provare. Da una parte sento che è una donna speciale e che sono mollto innamorato di lei, dall’ altra c’è una parte di me che mi fa sentire di essere in gabbia. Ho rabbia perché non sono in grado di uscire da questa situazione”.

In questa seduta le cose non sono andate come dovevano andare. Il rapporto col padre non è responsabile del Doc relazionale.

Chi può averlo causato?

Quinta seduta

Fabrizio riferisce di aver provato parecchia ansia. Il controllo sui dubbi sulla sua compagna sono stati continui. La notte questo pensiero portava al risveglio. Il pensiero fisso era la preoccupazione che fra qualche giorno la compagna iniziava la convivenza con lui.

Decidiamo di lavorare sui sintomi: dubbi e incertezze.

Tecnica: eliminazione del Sintomo e frase da completare.

Terapeuta: ‘Fabrizio, secondo la terapia della coerenza il sintomo è una difesa. Ma questi dubbi e incertezze da cosa ti difendono?

–Paziente: “ Mi difendono dal pericolo di fare una scelta sbagliata”

Terapeuta: “ Scelta sbagliata? Ma ti ha costretto qualcuno stare insieme a Miriam?”

-Paziente: “ No. Da quando l’ ho incontrata mi è piaciuta. Mi piace tutto di lei.

Non sono mai stato innamorato come ora.

Terapeuta: “ Stai dentro questi dubbi. Cosa provi a livello emotivo. Quale sensazione provi?”

–Paziente:” Ansia, paura. Sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato…”

Terapeuta: “Cancella queste emozioni…Immagina di non avere nessuna paura…Chi sarebbe Fabrizio senza questi dubbi?”

–Paziente:” Mi goderei la vita. Starei benissimo.”

Terapeuta: “ Stai dentro questa paura di sbagliare. Immagina di non avere nessuna paura. Cosa ci sarebbe di male a non avere paura?”

-Fabrizio: “ Non posso!…E’ come se stessi facendo qualcosa di sbagliato. Mi sento colpevole”.

Terapeuta: “ Fabrizio senza paura…Cosa ci sarebbe di male a stare senza la paura?”

– Fabrizio:” C’è chi è in disaccordo. Non approverebbe…Tutte le settimane dobbiamo stare uniti…il suo broncio è insopportabile…”

Terapeuta: “ Una specie di ricatto morale? Da parte di chi?”

–Fabrizio: “ …mia…mia madre…anche mio padre. La nostra è una famiglia molto unita. Chi va via è un traditore…”

Questa è la Posizione Pro Sintomo, ovvero il sintomo come difesa.

Il paziente NON PUO’ crescere, distaccarsi e rendersi autonomo.

Ora parliamo della sua famiglia d’ origine.

Madre molto ansiosa e possessiva. Ancora adesso è molto protettiva. Legame molto, molto forte. Lei mette il muso. Le lamentele sui suoi disturbi fisici fanno sentire colpevole.

-Fabrizio: “ E’ impensabile pensare di essere felice in una mia relazione, perché c’è il senso di colpa di averli abbandonati!”

Terapeuta: “Può essere questo il motivo che hai lasciato altre relazioni e non hai potuto farti una tua famiglia?”

–Fabrizio: “ Penso proprio di sì!”

Terapeuta: “ Vuoi continuare nel legame della famiglia d’origine? In questo modo resterai single a vita. Se non lo spezzi, il Doc non ti permetterà di unirti a nessuna donna. Vuoi restare solo per tutta la vita?”

–Fabrizio: “ No. Voglio la mia vita”.

Terapeuta: “ Allora scrivi questa asserzione sul cartoncino e leggila almeno due volte al giorno. Alla fine pensa ad una situazione in cui sei stato felice della tua autonomia (Giustapposizione).

“Odio dirlo ma il mio distacco dai genitori non è stato facile e nemmeno è avvenuto. Infatti tutte le mie relazioni affettive passate erano improntate a insicurezze e dubbi sulla mia compagna. Come se il problema era l’ altra persona. Invece il problema era mio che non potevo staccarmi per via del ricatto morale”

Sesta seduta

Fabrizio riferisce che questa settimana le cose sono andate molto bene. Il Doc è sparito.

I dubbi non si sono più presentati. Ha potuto guardare con affetto e amore la sua partner liberamente, senza paura del ritorno del Doc.

Ha sentito meno la necessità di andare dai suoi genitori.

La sua grande meraviglia è stata che i genitori non hanno reagito male quando ha detto che voleva stare con la sua compagna. Si aspettava il broncio di sua madre per il fatto di non essere andato da loro, perché ha preferito andare in vacanza con Miriam. Si era preparato la risposta di dire loro del diritto alla sua vita, invece i genitori hanno risposto che aveva fatto bene, e che era ora che si facesse la famiglia.

Settima seduta

Questa è stata una seduta di verifica riguardo il suo Doc. Si realizza facendo ricordare i momenti, le situazioni con la compagna e i trigger che davano inizio ai dubbi, incertezze e insicurezze sul rapporto.

Pensare ora alla sua partner non elicitava nessuna preoccupazione. La verifica è positiva: il doc non si presenta.

Follow Up

Nella seduta di controllo ad un mese di distanza Fabrizio riferisce di non soffrire più il Doc. Si è verificato solo qualche dubbio isolato di nessuna importanza. I rapporti sporadici con la sua famiglia d’ origine sono buoni e l’ allontanamento non è pesato a nessuno.

Conclusione

Come è stato osservato in questo trattamento di successo, il problema non era mollare o meno la partner, ma tutto dipendeva dall’ impossibilità del distacco dalla famiglia d’origine.

Si è scoperto la motivazione del disturbo ossessivo relazionale ed eliminati i sentimenti di dubbi mediante la terapia della coerenza.

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