Siamo più forti di quel che crediamo
Di Dale Carnegie
(Condensato dal Dott.Mario Di Nunzio)
Un giorno, quando ero ragazzo,stavo giocando in una casa abbandonata. Posai i piedi per un attimo su un davanzale, e poi spiccai il salto. Portavo un anello all’ indice della mano sinistra: nel salto l’anello s’impigliò in un chiodo e mi strappò il dito.
Ero atterrito, ero sicuro di dover morire. Ma dopo che la mano guarì, non me ne detti più pensiero. Adesso mi capita raramente di fermarmi a considerare che ho solo il pollice e tre dita della mano sinistra.
Qualche anno fa mi imbattei in un uomo che faceva funzionare un montacarichi in uno stabile adibito ad uffici. Notai che era mutilato della mano sinistra. Gli domandai se quella menomazione gli desse fastidio. “No, no” mi rispose. “Ci penso soltanto quando cerco di infilare un ago.”
E’ sorprendente con quanta rapidità possiamo accettare quasi ogni condizione, allorchè vi siamo costretti, e come sappiamo adattarci ad essa.
Il re Giorgio V d’Inghilterra aveva fatto incorniciare la seguente scritta su una parete della sua biblioteca: “Insegnami a non sospirare la luna e non rammaricarmi di ciò che è irrimediabile.”
Lo stesso concetto è stato espresso da Schopenhauer: “Una buona dose di rassegnazione è di fondamentale importanza per affrontare il viaggio della vita”.
E’ ovvio che le sole circostanze non ci fanno felici o infelici. I nostri sentimenti sono determinati dal modo in cui reagiamo ad esse. Tutti sappiamo sopportare le avversità e trionfarne, se vi siamo costretti. Può darsi che non ce ne crediamo capaci, ma possediamo delle sorprendenti risorse interiori che ci aiuteranno a giungere in porto, solo che vogliamo valercene. Siamo più forti di quel che crediamo.
Il defunto romanziere Booth Tarkington aveva sempre ritenuto di dover sopportare qualunque cosa la vita potesse infliggergli, eccetto una: la cecità. Poi, superati i 60 anni, cominciò a perdere la vista. Quando le tenebre lo avvolsero Tarkington disse: “ Ho scoperto di poter sopportare la perdita della vista come si può sopportare qualsiasi altra cosa. Se perdessi tutti e cinque i sensi, so che saprei continuare a vivere nella mia mente. Poiché è nella mente che vediamo e viviamo.”.
Sostengo forse che si debba semplicemente piegare il capo davanti a tutte le avversità? Nemmeno per sogno! Finchè c’è la possibilità di salvare una situazione, combattiamo! Ma quando il buon senso ci dice che siamo di fronte a qualche cosa che non può essere altrimenti, allora, in nome della nostra ragionevolezza, non mettiamoci ad agognare l’ impossibile.
Sarah Bernardt fu un illustre esempio di donna che seppe “collaborare” con l’ inevitabile. Dopo esser stata per mezzo secolo la regina dei palcoscenici di tutto il mondo, a 71 anni si ritrovò a Parigi in miseria. Come se non bastasse, attraversando l’ Atlantico era caduta durante una tempesta e si era lesa una gamba così gravemente che le era sopravvenuta una flebite. Il dolore divenne talmente acuto che il medico infine si convinse della necessità di amputarle la gamba: ma aveva paura di dirlo alla collerica, impetuosa attrice, per tema che la terribile notizia provocasse in lei una crisi isterica. Ma si sbagliava: Sarah lo guardò un attimo, poi disse con calma: “Se deve essere, deve essere”.
Mentre la trasportavano in sala operatoria incominciò a recitare una scena di uno dei suoi drammi. Uno degli astanti le domandò se lo facesse per darsi animo. “ No” rispose “ è per incoraggiare il dottore e le infermiere. Sarà una prova dura per loro.”
Dopo essersi ristabilita dall’ operazione, la Bernardt continuò a girare il mondo e ad affascinare il pubblico per altri sette anni.
Nessuno ha animo e vigore che bastino per opporsi all’ inevitabile e, nello stesso tempo, ne da avanzo per crearsi una nuova vita. Scegliete l’una o l’ altra via. Potete curvarvi sotto le inevitabili tempeste della vita – oppure potete resistervi e spezzarvi!
Perché mai credete che i pneumatici d’automobile siano in grado di reggere alla strada e di sopportare i maltrattamenti? In principio i fabbricanti tentarono di costruire delle gomme che opponessero resistenza agli urti della strada: ma andavano in brandelli quasi subito. Allora fabbricarono un pneumatico che assorbiva gli urti della strada. E quello seppe resistere ai maltrattamenti.
Voi ed io vivremo più a lungo e godremo d’un viaggio più liscio, se impareremo a fare così.
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