Guarigione da un Doc Relazionale in 7 Sedute. Caso Clinico
Questo report descrive il Caso clinico di Stefano guarito da un Disturbo ossessivo Relazionale per mezzo della Terapia della Coerenza e Psicoeducazione. La durata del trattamento è stato di 7 sedute. Il trattamento si è svolto in modalità online.
Sintomatologia
Stefano riferisce che da qualche tempo soffre di Doc relazionale, con pensieri di insicurezza sul suo rapporto affettivo e dubbi sui sentimenti verso la sua ragazza.
In passato ha sofferto di altre forme di Disturbo Ossessivo, come Doc Omosessuale, Paura della pedofilia e atti sconci verso i minori.
Situazione familiare
Stefano ha 23 anni, è figlio unico. Suo padre è insegnante di box, mentre sua madre è ottica. I genitori sono separati, la relazione fra loro non è serena. Suo padre ha un carattere chiuso, rigido e anaffettivo. Il carattere di sua madre, invece, è aperto, gioviale e comunicativa. Ella tende a riversare sull’unico figlio tutto le sue attenzioni ed affetto.
Situazione attuale
Il Doc relazionale ha avuto inizio all’ improvviso un mattino al risveglio con un pensiero nella mente: “ Ma amo questa ragazza? La sto prendendo in giro? E se un giorno mi stanco di lei?”. Da allora un treno di pensieri egodistonici, completamente contrari all’amore che in realtà prova per la sua ragazza e con cui ha un ottimo rapporto.
Ora riferisce di soffrire molto per i dubbi e pensieri intrusivi ed asfissianti che lo incitano addirittura a lasciare la ragazza. Inoltre pensieri accompagnati da ansia, depressione, stanchezza mentale, difficoltà di concentrazione, sensazione di oppressione al petto e tendenza al pianto.
Terapie effettuate
Superare il DOC Relazionale in 7 Sedute è stato possibile con le procedure di Psicoeducazione e Terapia della Coerenza. La Psicoeducazione serve a dare informazioni sul percorso terapeutico e spiegazioni sulla natura difensiva del disturbo ossessivo compulsivo.
Trattamento
Le sedute iniziali servono alla conoscenza e comprensione del caso clinico. Stefano riferisce le sue insicurezze relazionali. Nel rapporto con le sue ragazze pretendeva di voler sapere tutto sul loro passato, anche se poi diventava geloso e infastidito, perché andava a confrontarsi e a valutarsi con gli ex fidanzati. Poi si sentiva inferiore a livello sessuale.
Psicoeducazione
Può sembrare strano ma un Disturbo Ossessivo Compulsivo non arriva semplicemente per dare sofferenza e non ha nemmeno una funzione accusatoria, ma la sua natura è difensiva. Il Doc non vuole accusare che siamo criminali, pedofili, omosessuali o una spinta ad abbandonare la nostra relazione affettiva. La sua funzione è quella di metterci in guardia: “ Ecco quello che ti può succedere se….!”. Praticamente quel famoso “ E se…?” sta a significare che… “se si verifica quella cosa inaccettabile, ad esempio: ‘Se non lasci questa ragazza’, ecco le conseguenze a cui andrai incontro. Devi lasciarla perché c’è qualcosa in te che ti impedisce di vivere serenamente i tuoi rapporti affettivi. La ragazza non centra, ma tu sei bloccato e a te è vietato amare! ”. I pensieri fissi, insistenti, intrusivi e le immagini sono come una televisione mentale del disastro che potrebbe accadere se la relazione continua.
A cosa servono i sintomi ?
Le vicende passate hanno creato uno schema, un apprendimento, un insieme di regole e di comandi che hanno bisogno di quel sintomo. Questo ha la funzione di creare un allarme, altrimenti …( ‘stai facendo un errore,ti stai mettendo con una persona sbagliata, la relazione non funzionerà, ecc. ecc.)
Terza seduta
Il trattamento con la Terapia della Coerenza ha un procedimento esperenziale, ossia si prendono in considerazione le emozioni, le sensazioni, le immagini, l’umore, ecc. Il lavoro classico della terapia della parola non è di aiuto perchè non serve a convincere, contrastare o bloccare.
Il primo procedimento della terapia della coerenza è la fase della consapevolezza e la scoperta della Posizione Pro Sintomo, ossia scoprire lo schema interiore che ha bisogno di quel sintomo.
Si parte con la descrizione approfondita della sintomatologia. -Terapeuta: “Scopriamo insieme quali sono i sintomi. Per favore, illustrami passo passo un episodio recente in cui hai avuto il Doc. .”
Vengono esplorate le emozioni e le sensazioni .
-Terapeuta: “Come vivi questo rapporto?”
–Paziente: “Con migliaia di dubbi e incertezze. Con una vocina interna continua e insistente che devo lasciare la mia ragazza”.
-Terapeuta: “Come ti fa sentire tutto ciò?”
–Paziente: “Stanotte, per esempio, mi sono svegliato di soprassalto chiedendomi: ‘L’amo? Non l’amo? Ci sto bene?’. Pensieri e dubbi su ogni cosa. Non solo, ma sono subentrate anche paure di essere omosessuale.”
-Terapeuta: “Come mai?”
Paziente: “ A livello sessuale le cose non vanno bene. Alcune volte ho avuto disfunzione erettile. Iniziavo e dopo un po’ il pene diventava floscio. Mi è anche passato per la mente: non è che voglio cambiare sesso?”
-Terapeuta: “Cosa hai provato con questo pensiero?”
Paziente: “ Disgusto, preoccupazione, paura e rabbia contro me stesso per via delle immagini che mi passavano nella mente di me, che diventavo una donna. Il pensiero era: ‘devo stare sempre in allerta altrimenti mi può succedere qualcosa di inaccettabile. Non deve succedere’!
-Terapeuta: “ Ehmm, va bene. Ora parliamo d’altro. Raccontami della tua famiglia”.
Paziente: “Sono figlio unico. I miei genitori sono separati. Non ho un buon rapporto con mio padre. Ha un carattere chiuso e anaffettivo, non è facile comunicare con lui; nel passato aveva anche una relazione extraconiugale e tradiva mia madre. Con mia madre, invece, ho un ottimo rapporto”.
Stefano riferisce che in passato è sempre stato un monello e un ribelle. Ha creato non pochi problemi e preoccupazioni a sua madre. Ce l’aveva con le autorità e nutriva molta rabbia repressa.
Quarta seduta
Stefano è molto infastidito dal suo Doc relazionale. Riferisce che la notte precedente si è svegliato di soprassalto con i pensieri assillanti: “L’amo? Non l’amo? Ci sto bene o non ci sto bene?”
-Terapeuta: “ Cosa hai provato?”
-Paziente: “ Pensieri e dubbi su tante cose. Sono convinto che se penso questo vuol dire che c’è qualcosa che non va nel rapporto. Forse con un’ altra ragazza non avrei questi pensieri. Mi sento in colpa perché non dovrei avere questi pensieri. Dovrei godermi il rapporto e basta! Invece ho questi dubbi, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va nei miei sentimenti e nella relazione! EPPURE IO STO BENE CON QUESTA RAGAZZA”.
-Terapeuta: “Cosa ti impedisce di andare serenamente avanti?”
-Paziente: “ Ho la sensazione di non stare con la persona giusta e quindi sto sbagliando. Io voglio la sicurezza e non avere dubbi. IO DEVO DIMOSTRARE SICUREZZA NON ESITAZIONE O TITUBANZA”.
-Terapeuta: “ DEVO?… Devi dimostrare a chi!”
-Paziente: “Sbagliando partner potrei commettere un errore fatale, fare la scelta sbagliata. Ora con il Doc relazionale c’è la paura di fare una scelta sbagliata e quindi rovinarmi il futuro. Il mio modello familiare mi fa vedere quello che è successo ai miei genitori, quando finisce l’amore. La paura è che finisca come è successo ai miei genitori.
Il sintomo, in questo caso, è la paura di fare la scelta sbagliata ripetere quanto è successo alla sua famiglia ed ha lo scopo di non far abbassare la guardia.
Quinta seduta
Con una tecnica chiamata ‘eliminazione del sintomo’ si aiuta il paziente a capire a cosa serve il sintomo Ossessivo e cosa succederebbe stare in assenza di questi sintomi.
-Terapeuta: “ Immagina di essere senza il sintomo, cosa potrebbe succedere a Stefano se non ci fossero queste insicurezze e questi ammonizioni del Doc ?”
-Paziente: “Starei meglio, senza pensieri, mi godrei il rapporto con la mia fidanzata!”
-Terapeuta: “ Ripeto ancora: cosa potrebbe succedere a Stefano se non ci fosse il Doc e non si curasse dei suoi avvertimenti?”.
-Paziente: “Starei …meglio? Senza dubbi e insicurezze? Ma…forse potrei fare una cazzata? Sbagliare persona? In effetti io non mi fido di me stesso, non mi sono mai fidato.”
-Terapeuta: “ Allora se non ti fidi di te stesso, cosa fai quando hai davanti una scelta importante?”
-Paziente: “ Spesso ricorro all’ aiuto di mamma. Di lei mi fido al 100%”.
-Terapeuta: “ Spesso ricorri a tua madre? Per tante altre cose?”
-Paziente: “ Sì, fa quasi tutto lei in casa. Io sono un mammone, con poca autonomia e maturità necessaria per vivere da solo!”
-Terapeuta: “ Questo è importante? Può essere la causa delle tue insicurezze e del tuo Doc?”
-Paziente: “Penso proprio di sì! Questo spiega la mia paura di sbagliare e la mia difficoltà a fare le mie scelte in modo indipendente”
Stefano riconosce che questa è la POSIZIONE PRO SINTOMO, ovvero il motivo interiore che ha bisogno di appoggiarsi agli altri.
Punto fondamentale della Terapia della Coerenza è la necessità di non perdere le scoperte fatte. Questa è la FASE DELLA STABILIZZAZIONE.
Consiste nella consegna di un compito. Si fa scrivere un’ annotazione su un cartoncino da leggere almeno 2 – 3 volte al giorno.
Ecco la postilla data a Stefano: “Odio dirlo ma io ho bisogno dei dubbi e delle esitazioni del disturbo ossessivo, perché così evito di sbagliare. Anche se il Doc mi crea tanta sofferenza e mette in dubbio le mie capacità di scelta, questo è il prezzo da pagare, per evitare di fare scelte errate.”
Sesta seduta
Stefano mi informa immediatamente che durante la settimana non ha avuto sintomi del Doc, ed è stato bene. Riconosce che il suo comportamento da ragazzo immaturo non è di alcun giovamento, perché non è giusto sfruttare sua madre, ma soprattutto, ora, si sente capace ad affrontare la vita senza più paura di sbagliare.
Sulla base di queste sue asserzioni, facciamo la tecnica della GIUSTAPPOSIZIONE.
Nel caso di Stefano, questa è consistita nel contrapporre alla paura di non farcela o di sbagliare, a situazioni in cui lui riesce bene. Diverse ripetizione di queste situazioni, di non corrispondenza fra la convinzione di immaturità e inadeguatezza a fatti reali in cui si è trovato capace, valido e forte. Questa contrapposizione e discrepanza ha cancellato il senso di insufficienza, lo ha fatto sentire sicuro e soddisfatto. Questa giustapposizione ha eliminato il DOC.
Conclusione
Dopo due mesi successivi, chiamato ad un controllo, ha riferito di non aver bisogno della seduta di controllo, ora sta bene e vive senza più problemi il rapporto con la sua fidanzata.
Home
Come guarire da un Doc relazionale
Guarigione da un Doc da relazione. Caso clinico
Lascia un commento