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Come Vincere le Ossessioni, il Panico, l'Ansia e Vivere al meglio la tua Vita.

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Come guarire da un Doc aggressivo.Caso clinico.

7 Luglio 2023 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Come guarire da un Doc Aggressivo e paura della pedofilia. Caso Clinico

Introduzione

Questo report descrive il Caso clinico di Andrea, 22 anni, guarito da un Disturbo ossessivo multiforme, per mezzo della terapia della coerenza e della tecnica di Focusing. La durata del trattamento è stato di 7 sedute. Il trattamento si è svolto in modalità on line.

Spiegazione del caso                                                                                                                      Andrea è un giovane studente universitario di 22 anni, soffre da tempo di disturbo ossessivo compulsivo.

La sua famiglia d’ origine è composta dal padre e dalla madre, liberi professionisti, e due sorelle.

Esteriormente dimostra una maturità superiore alla sua età anagrafica.

Sintomatologia

Andrea soffre di diversi tipi di Doc. Fino a 20 anni ha sofferto di attacchi di panico. Attualmente riferisce di soffrire di:

-Doc aggressivo (Paura di far male a qualcuno come familiari, parenti, amici o estranei).

-Ipocondria.

-Paura di impazzire e perdere il controllo.

-Paura di morire e fissazione sulla paura di contrarre un aneurisma cerebrale.

-Timore su ogni cosa che legge o notizie che sente.

-Ansia e terrore di atti auto-aggressivi.

-Controlli ripetuti per paura di aver fatto qualcosa di grave.

-Ipercontrollo. Riferisce di non voler prendere farmaci e di non poter fare a meno dell’ ansia, per paura che se abbassa la guardia può commettere qualcosa di grave.

-Paura della Pedofilia e timore di atti sconci verso i minori.

Situazione familiare

Andrea ha una situazione familiare difficile. I rapporti con i genitori sono pessimi. Nel loro rapporto ci sono spesso conflitti, scontri, chiusure e durezza di comportamento.

Definisce suo padre rigido, ansioso, e stressato, ipocondriaco, duro e poco portato al dialogo. In passato, nelle discussioni, baruffe e conflitti a scuola e con gli amici, suo padre non l‘ha mai difeso, anzi spesso è stato da lui strigliato e incolpato.

Anche con sua madre non va d’accordo, perché ella di carattere è quasi uguale a suo padre. Spesso hanno avuto discussioni ed è molto arrabbiato con loro.

Le umiliazioni subìte e il poco affetto sentito non ha facilitato una sana comunicazione e contatti. Le umiliazioni e le mortificazioni hanno contribuito al carattere ansioso, insicuro e ribelle, indotto a fare cose contrarie e avverse.

La comunicazione con loro spesso era rabbiosa ed aggressiva. A causa di ciò, in alcune situazioni, Andrea e suo padre sono venuti alle mani ed ha temuto di perdere il controllo.

Situazione attuale

La situazione psicologica attuale è di rabbia, risentimento, scontentezza, severità verso se stesso e bassa auto-stima. Percepisce stress, nervosismo, diffidenza e chiusura verso gli altri. La sua difficoltà è la scarsa tolleranza al dubbio, alla incertezza ed al rifiuto.

Ha tendenza al pianto, depressione, stanchezza mentale e difficoltà di concentrazione.

Finora non ha mai avuto una ragazza, ma solo relazioni occasionali.

Pur facendo un lavoro a contatto con il pubblico, socialmente la sua propensione è quella di alzare muri e bassa sopportazione.

Ora riferisce di soffrire di ossessioni aggressive e pensieri intrusivi di pedofilia. Queste si accentuano durante periodi di stress. E’ anche molto infastidito dalla paura di aver fatto qualcosa di grave o di aver commesso un crimine, che però non riesce a ricordare. Contro questa eventualità negativa ricerca rassicurazioni continue.

Terapie effettuate

Nel corso della cura sono state messe in atto trattamenti di Mindfulness, Focusing, Psicoeducazione e Terapia della Coerenza.

Trattamento

Le prima sedute servono alla comprensione del caso clinico.

La Psicoeducazione serve a dare informazioni sul percorso terapeutico e spiegazioni sulla natura difensiva del disturbo ossessivo compulsivo.

Può sembrare strano ma un Disturbo Ossessivo Compulsivo non arriva semplicemente per dare sofferenza e non ha nemmeno una funzione accusatoria, ma la sua natura è difensiva.                                                                                                  Il Doc non vuole accusare che siamo criminali, pedofili, un omosessuale o una spinta ad abbandonare la nostra relazione affettiva. La sua funzione è quella di metterci in guardia: “ Ecco quello che ti può succedere se….!”.

Praticamente quel famoso “ E se…?” Sta a significare che… “se si verifica quella cosa inaccettabile, ecco le conseguenze a cui andrai incontro, quindi devi evitarlo a tutti i costi! ”.

I pensieri fissi, insistenti, intrusivi e le immagini sono come una televisione mentale del disastro che potrebbe accadere.

A cosa servono i sintomi ? Ad evitare che si verifichi una cosa spiacevole.

Le vicende passate hanno creato uno schema, un apprendimento, un insieme di regole e di comandi che hanno bisogno di quel sintomo, altrimenti… ( resti solo, vieni abbandonato, perdi la famiglia, vieni isolato dagli amici, sarai un indegno, sarai rifiutato, finirai in carcere, ecc.)

Il trattamento di terapia della coerenza ha un’ procedimento esperenziale, ossia si prendono in considerazione le emozioni, le sensazioni, le immagini, l’umore, ecc.

Il lavoro classico della terapia della parola non è di aiuto perchè non serve convincere, contrastare o bloccare.

Seconda seduta

Andrea riferisce sintomi fisici di tensione corporea alla pancia, allo stomaco, collo e dolori di testa.

Per alleviare tali sintomi si è insegnato il FOCUSING.

Il Focusing è una tecnica ideata dal dott. Eugen Gendlin.

Consiste nel portare l’ attenzione alla/alle sensazione/i e diventare più cosciente di essa/e, perché di solito siamo portati a non farlo.

La semplice presa di coscienza di una certa sensazione corporea fa diminuire il disagio.

Tutte le volte che ti accorgi di essere scivolato via dal presente, chiedersi: “Come mi sento nel corpo ora? Di cosa sono consapevole proprio ora?”.

Semplicemente dobbiamo indirizzare la nostra consapevolezza a quella parte di noi, anche sensazioni sgradevoli e non amichevoli.

La ragione per cui il riconoscimento è così potente è che sensazioni significative sono qui per comunicare con noi. Esse vogliono essere ascoltate ed essere prese in considerazione.

Si prende coscienza di una certa sensazione corporea e si parte con l’ accettazione e il saluto. Ogni relazione inizia con un saluto. Non è rispettoso iniziare una conversazione senza prima salutare. Così, prima di tutto salutare la nostra sensazione significativa.

Salutiamo anche le sensazioni sgradevoli, non amichevoli. Semplicemente, indirizziamo la nostra consapevolezza a quella parte di noi che non si sente amichevole.

Il Focusing consiste,  quindi, nell’essere buoni ascoltatori del nostro sé interiore. Esistono parti di noi che vogliono essere ascoltate, senza essere sottoposte ad alcun giudizio, critica o consiglio. In particolar modo di quelle localizzate nello stomaco, nella pancia,nella gola, nel torace, nel collo, ecc. Prenderne coscienza aiuta anche a comprendere il suo messaggio.

Nel Focusing non ci si sforza di cambiare ciò che proviamo o di fare in modo che accada qualcosa, piuttosto ‘sentire’ la sensazione e invitarla a farci capire: “Cos’è che non va e richiede la mia attenzione?”.

Terza seduta

Il primo punto della terapia della coerenza è la fase della consapevolezza e la scoperta della Posizione Pro Sintomo, ovvero scoprire lo schema interiore che ha bisogno di quel sintomo.

Si parte con la descrizione approfondita della sintomatologia.

-Terapeuta: “Scopriamo insieme quali sono i sintomi. Per favore, illustrami passo per passo un episodio recente in cui hai avuto il Doc. In quel momento come lo hai percepito?”

Vengono esplorate le emozioni, le esperienze somatiche, i comportamenti, i pensieri specifici e le circostanze.

-Terapeuta: “Hai anche immagini?”

-Paziente:” Sì, di me stesso che sta compiendo quell’ atto, che sto strozzando qualcuno”.

-Terapeuta: “Come ti fa sentire tutto ciò?”

Andrea riferisce che quando è importunato da ossessioni aggressive, da pensieri Doc e immagini di aggredire gli altri, di far male a se stesso, o pensieri di pedofilia prova ansia, paura, vergogna, senso di colpa, rabbia, bruciore allo stomaco e alla pancia, nausea, formicolio alle mani e tachicardia.

Psicoeducazione e spiegazione del DOC

-Terapeuta: “Andrea, secondo te, in base a tutti i tuoi sintomi, essi hanno qualcosa in comune?”

-Paziente:”… ehmm, non saprei?”

-Terapeuta: “ Alla base dei sintomi che mi hai elencato, ovvero: Doc aggressivo, l’Ipocondria, la Paura di impazzire, la Paura di morire, l’ansia e il terrore di atti auto ed etero-aggressivi, i controlli ripetuti per paura di aver fatto qualcosa di grave e la paura della Pedofilia, tutte queste forme di manifestazioni hanno qualcosa in comune? Una base comune?”

Paziente:” Ho paura, PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO”.

Tecnica del completamento di frase

-Terapeuta: “Andrea, completa questa frase: Rimanere senza controllo per me significa…?”

-Paziente:”….Rimanere senza controllo… significa che potrei arrivare a compiere atti pericolosi…”

-Terapeuta: “ Ancora: Rimanere senza controllo per me significa…?”

-Paziente:” …perdere il controllo… non posso perdere il controllo, altrimenti c’è il pericolo che posso compiere atti aggressivi contro altri,… me stesso, essere preso da un impulso improvviso e suicidarmi… potrei anche compiere atti immorali verso una bambina…E’ pericoloso! “

-Terapeuta:” Lo faresti?”

-Paziente:” NO! Io ho paura di tutto questo, non posso perdere il controllo!”

-Terapeuta:” Questa è la posizione Pro Sintomo, ossia dentro di te c’è un comando, uno schema interno che ha bisogno di quei sintomi, che impediscono che tu possa perdere il controllo. Ma ti è successo qualche volta in passato di perdere il controllo ?”

-Paziente:” In passato diverse volte mi sono azzuffato e venuto alle mani senza controllarmi”.

-Terapeuta: ”Quindi?”

– Paziente: ”Se perdo il controllo io… posso combinare un macello?”

-Terapeuta: ”Cosa vuoi dire?”

-Paziente:”In base ai fatti di cronaca, dalle notizie brutte della televisione, di omicidi e altro, se l’ha fatto quella persona posso arrivare a farlo anche io. Io ho paura di questo….Io non posso perdere il controllo”.

-Terapeuta: ”Andrea, vuoi approfondire e ripetere quanto è stato scoperto?”

-Paziente: “ Se ho avuto questi pensieri, allora vuol dire che posso anche metterli in atto”.”Devo pensarci e preoccuparmi continuamente, altrimenti perdo il controllo ”.“Senza ansia e senza paura potrei compiere quegli atti mostruosi”.

Ecco la necessità dell’ansia e l’impossibilità di farne a meno.

-Terapeuta: “ Infatti la paura di perdere il controllo è una delle inquietudini sottostanti che accomuna tutti i tuoi Doc”.

E’ fondamentale sapere che un disturbo ossessivo ha uno scopo difensivo nella mente umana.

Praticamente il Doc non sta accusando il soggetto che è persona pericolosa, criminale, una persona cattiva e immorale. Il DOC sta dicendo:“ ATTENTO, ATTENTO! ECCO QUELLO CHE TI PUO’ SUCCEDERE SE PERDI IL CONTROLLO!”. I pensieri fissi, ripetitivi, intrusivi tengono alta l’ attenzione, mentre le immagini, come una televisione mentale, fanno vedere quello che può succedere perdendo il controllo.

 

Il sintomo, in questo caso, è la paura di perdere il controllo ed ha lo scopo di non far abbassare la guardia.

Applicando una tecnica chiamata ‘eliminazione del sintomo’ può aiutare il paziente a capire a cosa serve il sintomo DOC e cosa succederebbe stare senza questi sintomi.

Un punto fondamentale della terapia della coerenza è la necessità di non perdere le scoperte fatte.

Questa è la FASE DELLA STABILIZZAZIONE.

Consiste nella consegna di un compito. Si fa scrivere un’ annotazione su un cartoncino da leggere almeno 2 – 3 volte al giorno.

Ecco la postilla data ad Andrea:

“Odio dirlo ma io ho bisogno del disturbo ossessivo, perché la rabbia che ho spesso provato in passato mi ha fatto temere di poter perdere il controllo. Rabbia e risentimento erano sentimenti che mi facevano temere il peggio. Ora il Doc mi fa evitare conseguenze ripugnanti.”

FASE DELLA GIUSTAPPOSIZIONE

Questa è la fase di cancellazione della informazione in memoria che causa i sintomi del Doc.

Il paziente deve attentamente riattivare l’esperienza della posizione pro-sintomo e a fianco, contemporaneamente, porre l’esperienza di un’ altra conoscenza esistente, positiva e incompatibile con essa. Questo perché una verifica simultanea delle due conoscenze giustapposte e contrarie, nello stesso campo di attenzione, non è accettabile. Quando questo avviene, la mente non sopporta due cose esattamente opposte, pensate contemporaneamente (Festinger,1954). Allora la mente elimina l’ incoerenza cancellando dalla memoria l’ elemento che crea disagio, quindi la cancellazione del Doc.

La giustapposizione di Andrea, ripetuta più volte è stata la seguente:

evento negativo: l’immagine di far male a suo padre.

Evento positivo: immagine dell’abbraccio di suo padre che gli dice ‘ ti voglio bene’.

Risultato: Sensazione di grande sollievo provato da Andrea.

Fase della Verifica

Evento negativo: Richiamare un’ immagine di aggredire un familiare.

Riferisce di provare inizialmente tristezza, respiro corto, e agitazione.

Evento positivo: Stare comunque con il familiare, senza provare ansia o paura.

Andrea riferisce di non provare più paura di fronte a queste immagini, inoltre riesce a distrarsi facilmente.

Ripetiamo la fase di Giustapposizione

Immagine negativa ( Atto aggressivo) pensata contemporaneamente ad un’ immagine positiva (ricordo di un abbraccio con suo padre ).
Andrea prova un sentimento di gratitudine verso suo padre.

Conclusione

In questo trattamento di successo il problema è apparso abbastanza complesso, perché Andrea soffriva simultaneamente di molteplici Doc. Con la terapia della Coerenza non si è andati a contrastare uno per uno, ma si è scoperto il problema di fondo che li accomunava tutti. Con la giustapposizione sono stati eliminati i dubbi, la paura di perdere il controllo e la grande catastrofe (il carcere, il disonore) che ne sarebbe derivata.

Questa operazione è un confronto di due eventi esattamente opposti. La nostra mente non lo sopporta, cancella quella informazione in memoria che crea più disagio.

Bibliografia

-B. Ecker, R Ticic, L Hulley   – SBLOCCARE IL CERVELLO EMOTIVO – Eliminare i sintomi alla radice utilizzando il riconsolidamento della memoria- Franco Angeli Editore

-Eugin T.Gendlin -IL FOCUSING IN PSICOTERAPIA -Casa Editrice Astrolabio-2010

-Ann Weiser Cornell – Focusing. Il potere della focalizzazione nella vita e nella pratica terapeutica-2007

Leon Festinger-Teoria della dissonanza cognitiva- Franco Angeli Editore-2009

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