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Home » Caso clinico. Guarigione da un Doc aggressivo

Caso clinico. Guarigione da un Doc aggressivo

9 Ottobre 2022 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Caso clinico. Guarigione Doc aggressivo.

Caso clinico.Guarigione da un doc aggressivo. caso clinicoIn questo report si trascrive la guarigione da un doc aggressivo di un giovane, per mezzo della terapia della coerenza e del trattamento EMDR. La durata del trattamento è stato di 8 sedute. L’ esito è stato positivo e i risultati si sono mantenuti, come confermato dal follow up tre mesi dopo.

Paolo, 26 anni, è un giovane laureato che lavora all’estero. Richiede una psicoterapia, da svolgersi on-line, per il suo disturbo ossessivo di natura auto ed etero aggressivo, da svolgersi on-line.

Sintomatologia

Paura delle malattie. Ipocondria. Da un po’ di tempo riferisce di avere pensieri e immagini di far male alla sua ragazza.

Situazione familiare

I suoi genitori sono separati da molto tempo, da quando lui era bambino. Il padre inizia ben presto una convivenza con una donna più giovane di lui.

La madre, in seguito alla separazione, cade in depressione. In seguito Paolo ha dovuto prendersi spesso cura di sua madre.

La sua fanciullezza è trascorsa alternativamente con la madre, con il padre, la matrigna e i nonni. La sua infanzia è stata senza una valida figura paterna e materna.

Il carattere del padre era duro, insensibile e insofferente alle necessità del figlio.

La madre era una donna molto fragile, dal carattere ansioso e problematiche psichiatriche.

Caso clinico. Guarigione da un doc aggressivoLa crescita di Paolo è stata con una carenza di figure educative. Questa mancanza ha favorito un carattere ribelle, insofferente alle regole e comportamenti che spesso lo mettevano nei guai. In passato ha cambiato diversi gruppi di amici. Molte volte era a capo di mini gang, che insieme ad altri ragazzi scapestrati, ne combinavano di tutti i colori. Per questa condotta spesso è stato trattato duramente dal padre.

Storia personale

A 8 anni ricorda di avere visto scritto sul suo banco una bestemmia. Questa scritta la colpisce molto e gli rimane impressa.

Paolo, già un bel ragazzo a 12 anni, subì interesse sessuali da parte della matrigna. Attenzioni da lui vissute come un abuso.

Le stesse attenzioni della matrigna furono riproposte a Paolo allorquando lui aveva 18 anni. Le continue richieste di questa donna costrinsero Paolo a riferire tutto a suo padre che però non intervenne mai. Non ci fu alcun aiuto per il figlio e nè una presa di posizione da parte del padre verso questa donna.

All’età di 23 anni riferisce di aver avuto un grave incidente stradale con la macchina di suo padre. Riportò diverse ferite. All’arrivo del padre, nonostante era dolorante e grondante di sangue, fu duramente sgridato e strigliato per i danni che aveva causato alla macchina, senza tener conto minimamente della salute del figlio.

Questo evento è stato per Paolo fonte di grande sofferenza e dispiacere, per via del disinteresse dimostrato dal padre nei suoi confronti.

Paolo, nonostante le difficoltà familiari, è riuscito da solo a studiare, a mantenersi negli studi e laurearsi con un bel voto.

Al momento della laurea ha voluto a tutti i costi la presenza del padre, quasi fosse una sua rivalsa.

Il giovane ha sentito spesso un grande bisogno di far vedere quando lui valeva e far vedere al padre le sue capacità di avere successo nella vita.

Veramente questa necessità, come riferisce Paolo, l’ha sempre avuta. Il suo desiderio profondo, nel passato, era quello di richiamare le attenzioni di suo padre, sulle sue capacità scolastiche, lavorative e professionali.

Situazione attuale

Riferisce di avere parecchie paranoie. Ha paura delle malattie. Ha tante paure di tipo ipocondriache e si focalizza su questi pensieri. E’ intollerante ai rifiuti. Sa di avere un carattere impulsivo e certe volte fa cavolate.

Ha paura di perdere il controllo e combinare qualcosa di brutto. Dagli studi universitari delle atrocità che sono state commesse in Africa, sui genocidi di alcune popolazioni africane, spesso ha immagini brute di quelle scene violente e sanguinarie. Certe immagini gli vengono in mente anche adesso, a distanza di anni, causandogli orrore e paura.

Caso clinico. Guarigione da un doc aggressivoAttualmente riferisce che alcune volte evita di andare dalla sua ragazza, perché ha paura di commettere qualche azione aggressiva nei suoi confronti.

 

Trattamento 

La Terapia della Coerenza si esplica attraverso tre attività: scoperta, integrazione e trasformazione delle posizioni pro-sintomo.

La terapia viene svolta esperienzialmente, con scarso ricorso alla terapia della parola. Si parte dal sintomo con una sua descrizione emotiva, sensitiva e corporea e a ritroso si cerca la Posizione Pro Sintomo, ossia la motivazione del perchè quel sintomo.

Bisogna capire bene il sintomo, o i sintomi se ve ne sono più di uno. Chiedersi perché si comporta così, qual’è la sua funzione, da che cosa sta allertando l’attenzione.

La prima fase, quindi, va a scoprire gli schemi emotivi responsabili. Si lavora per portare in consapevolezza la motivazione che ha bisogno della difesa del sintomo.

Lavoriamo con delle tecniche chiamate: ‘eliminazione del sintomo‘ e, alternativamente, ‘ frasi da completare‘.

Chiedo a Paolo di concludere questa frase:

” Se non ho questa paura io…” .

Paolo:.” questa paura mi serve per stare attento, in allarme, perché se mi rilasso ho paura che io possa perdere il controllo…”

–Terapeuta: ” Se perdo il controllo io…?’ Concludi la frase!”

Paolo:”… Se perdo il controllo io… ammazzo qualcuno o esco pazzo”.

–Terapeuta:”Quindi?”

Paolo:” se esco pazzo io… perdo il controllo”.

–Terapeuta:”Quindi?”

Paolo:” se perdo il controllo io… potrei urlare… oppure bestemmiare…oppure…potrei ammazzare qualcuno “.

–Terapeuta:”Quindi?”

Paolo:” insomma faccio una cosa inaccettabile. Quindi io non posso perdere il controllo’

–Terapeuta:” Altrimenti?”

Paolo: “Una cosa orrenda, inammissibile…”

–Terapeuta:” A parte le conseguenze che ti fa vedere il Doc,… perché inammissibile?”

Paolo:” Sarei una feccia della società, uno scarto… avrebbe…avrebbe ragione mio padre a considerarmi un poco di buono… non voglio dargli questa soddisfazione di pensare che aveva ragione! “

–Terapeuta:” Quindi se perdi il controllo e combini qualcosa… avrebbe ragione tuo padre a non volerti?!”

 

Questa è solo una breve trascrizione dell’ operazione di scoperta della Posizione Pro Sintomo, ovvero la necessità di Paolo a non abbassare la guardia, altrimenti avverrebbe la regola che ha nel suo inconscio: “Io non posso perdere il controllo e fare cazzate, altrimenti sarei un buono a nulla, come mio padre mi ha sempre considerato”.

Come si può osservare, il trattamento non va a considerare la sintomatologia, perché lo scopo del disturbo ossessivo è difensivo, ossia quello di far immaginare il peggio del peggio “ Se…perdo il controllo io (conseguenza terribile) ” Quindi una cosa da evitare a tutti i costi”

Bisogna cercare invece lo schema emotivo profondo che genera la paura.

La paura profonda di Paolo era la pessima considerazione di suo padre nei suoi confronti. Ecco quindi lo sviluppo del Doc: “ Io non mi fido di te. Sei solo capace di combinare guai!”

La risposta inconscia del Paziente: “ Perche non ti fidi di me? Non è vero che combino solo guai. Sono un ragazzo a posto. Posso avere successo e te lo dimostrerò”.

Il Doc si sviluppa per la paura profonda di non avere l’ affetto del padre. Questo è quello che man mano viene in consapevolezza.

Il disturbo ossessivo viene fuori in momenti di forte stress. Si manifesta con un “ E se…?”

Caso clinico. Guarigione da un Doc aggressivoIl disturbo ossessivo ha avuto inizio in questa maniera in Paolo: “ E se perdo il controllo e uccido la mia ragazza? “

Questa è la gravissima conseguenza che fa immaginare il Doc, ma la paura generatrice è il pericolo di fallire e il cercare di confutare la convinzione negativa del padre.

Quando si arriva alla fine della seduta, per far sì che queste scoperte non vadano perse, il terapeuta fa scrivere su un foglietto una notificazione. Una di queste è stata la seguente:

“ Odio dirlo ma io ho paura di perdere il controllo e senza motivo posso commettere qualcosa di brutto e inaccettabile. Questo mi ricorda un evento dell’incidente in cui ho perso il controllo dell’ auto, e le scenate di mio padre che mi ha elencato tutto il peggio del peggio, anziché rincuorarmi. Ora so che non devo assolutamente perdere controllo, altrimenti ha ragione lui”.

Questa viene scritta su un foglietto e il paziente deve leggerla nel corso della settimana almeno due-tre volte al giorno, insieme con l’ evento di Giustapposizione, che ora spiegheremo.

Il terzo momento del trattamento si chiama Fase di Giustapposizione.

I neuroscienziati hanno trovato che un’esperienza di giustapposizione è la condizione critica richiesta dal cervello, per tramutare i circuiti neurali di un apprendimento in uno stato temporaneamente labile. Questo stato neuronale instabile, della durata di circa 5 ore, è possibile cancellare la vecchia informazione e sostituirla con una positiva.

La fase di giustapposizione, quindi,consiste nella cancellazione dell’ apprendimento che ha generato la paura (condizionamento classico).

Praticamente la nostra mente non sopporta nello stesso campo di attenzione due informazioni esattamente opposte. Se questo accade avviene  un fenomeno chiamato ‘Dissonanza cognitiva’ (Festinger,1953). In questo confronto incoerente e stridente il nostro cervello va immediatamente a cancellare l’ informazione che causa disagio.

In questo caso il terapeuta ha chiesto a Paolo di andare alla ricerca fra i suoi ricordi, di un episodio estremamente positivo in cui suo padre è rimasto contento e soddisfatto di lui.

Paolo: “ Il momento della mia laurea ho visto mio padre commosso e soddisfatto”.

La fase di giustapposizione è consistita nel chiedere al giovane di pensare a suo padre, al momento della sgridata dell’ incidente e al momento della laurea in cui  era orgoglioso di suo figlio.  Questo ha provocato la cancellazione della paura ed eliminazione del sintomo del Doc.

Caso clinico. Guarigione da un Doc aggressivoQualche minuto dopo il viso di Paolo si è illuminato in un sorriso soddisfatto. 

Nella seduta successiva Paolo riferisce di non avere avuto pensieri intrusivi; la vicinanza con la sua ragazza non ha suscitato nessuna paura di perdere il controllo.

Siamo alla sesta seduta. Insieme a Paolo si decide di fare la terapia EMDR per desensibilizzare e rielaborare l’ episodio traumatico dell’incidente con l’auto e la reazione negativa e sgridata furiosa del padre.

Terapia EMDR

Spiegazione del trattamento e psicoeducazione.

Con questa forma di terapia non occorre molto parlare. La terapia utilizza una stimolazione cerebrale, attraverso il movimento degli occhi, a mo’ di navi che incrociano,stimolazione uditiva, orecchio destro-orecchio sinistro, oppure tapping sul dorso delle mani.

Per saperne di più clicca su : https://www.psicologodinunzio.com/la-terapia-emdr-ambiti-applicativi/

Creazione del ‘Posto Sicuro’, ossia individuazione di un posto personale di rassicurazione e calma.

Terapeuta: “ Su quale evento o ricordo passato ti piacerebbe lavorare?”

Paolo: “Incidente. Urto contro il muro”

Terapeuta:”Quale immagine rappresenta la parte peggiore dell’ evento?”

Paolo:”La macchina che sbandava, Il muro che si avvicinava, la mia sensazione di non poter controllare l’ auto e l’ urto violento. Il sangue e tanta gente che mi guardavano preoccupati.”

Cognizione negativa.

Terapeuta:”Quali parole accompagnano l’ immagine ed esprimono una convinzione negativa su di te in questo momento?”

Paolo: “Non mi fido di me stesso e delle mie opinioni”.

Cognizione positiva

Terapeuta:”Quando pensi all’ immagine o all’ evento. Che cosa ti piacerebbe pensare di te in questo momento?”

Paolo: “ Io posso gestirlo”.

Validità del convincimento positivo (VOC)

Terapeuta:”Quando pensi all’ immagine o all’ evento, quanto credi vere le parole “Io posso gestirlo”, su una scala da 1 a 7, dove 1 è falso e 7 è vero?”

Paolo: “ 3 “

Un VOC uguale a 3 è basso, vale a dire che crede poco alla sua capacità di gestire il ricordo di quell’ evento negativo.

Emozione

Terapeuta:”Quando pensi all’ evento e alle parole “Non mi fido di me stesso e delle mie opinioni”, quali emozioni senti in questo momento?”

Paolo:”Insicurezza. Dispiacere”.

(Scala SUD o del disagio)

Caso clinico. Guarigione da un Doc aggressivoTerapeuta:”Su una scala da 0 a 10, dove ‘0’ significa nessun disagio e 10 è il più alto disagio immaginabile, qual’il livello di disturbo in questo momento”?

Paolo: “ 6”

Scala SUD= 6

Terapeuta:”Dove senti questo ‘6’ sul corpo?”

Stomaco

Terapeuta:”Ora mentre facciamo la doppia stimolazione devi pensare all’ evento, all’ immagine, alla cognizione negativa ( Non mi fido di me stesso e delle mie opinioni), alle emozioni dell’ insicurezza e del dispiacere e alla sensazione allo stomaco. Va bene? Di tanto in tanto io ti fermo e tu mi dici quali cambiamenti stai notando. Va bene?”

Procediamo con le stimolazioni con i seguenti risultati:

Disagio (SUD)=6,… Disagio= 4,… Sud = 3,… Sud = 3

Scompare il disagio allo stomaco. Si continua con il tapping (tocchi sul dorso mano dx e mano Sx). Disagio = 2, Disagio = 1 , Disagio= 0,5

Si passa alla cognizione positiva : “Io posso gestirlo”, VOC = 3

Con movimenti e tapping lenti, pensando all’ episodio dell’ urto dell’ auto “Io posso gestirlo”: VOC =3, VOC=4, “Io posso gestirlo” Voc=5, “Io posso gestirlo” Voc= 6, “Io posso gestirlo”, “Io posso gestirlo”, “Io posso gestirlo” finalmente VOC= 7

Piena convinzione di poter gestire tutto il ricordo negativo. Desensibilizzazione e rielaborazione : “Ora è tutto finito”. “La prossima volta non correrò come un matto con la macchina!”

Ci sono state altre due sedute di EMDR, per altri argomenti (Abuso), tutti terminati con Disagio = 0

Follow up a tre mesi

Paolo mi scrive:

Caro Dottore,

Non ho avuto tali pensieri a livello ossessivo (quasi mai), e se arrivati sono riuscito a sospenderli in tempo (1-2 minuti). Quello che mi ha aiutato è stata la consapevolezza del problema (avere/essere tendente a questi pensieri) e la risposta mentale a non alimentare tali pensieri, non negando o bloccando quel pensiero, ma analizzandolo da un punto di vista oggettivo (non è un pensiero razionale, fine).

Inoltre, mi è servito scovare la possibile origine/motivazione mentale di tali pensieri e l’analisi di essi (terapia della coerenza), mentre l’ EMDR più che per il doc l’ho ritenuta utile per il trauma dell’incidente per desensibilizzare l’immagine traumatica dell’ incidente. 

Ovviamente, sono cosciente che in futuro potrei (spero no) nuovamente soffrirne, però ritengo che sarò in grado gestirla.

Durante la terapia non ho usato alcun ansiolitico e ho ritenuto utile oltre alle sedute con lei, una dieta equilibrata e l’attività fisica.

La ringrazio ancora per il suo tempo e se uscirà qualche articolo le chiederei di inviarmelo, così da poterlo leggere.

 Caso clinico.Guarigione da un doc aggressivoSaluti

Paolo

Conclusione

La terapia della Coerenza di Bruce Ecker è un metodo terapeutico efficace per la cura del disturbo ossessivo compulsivo, attacchi di panico e molte altre patologie.

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