Come guarire da un Doc Omosessuale e Doc da Controllo. Caso Clinico
In questo articolo descrivo il caso clinico di Nicola, un giovane di 36 anni, affetto da Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) con due manifestazioni prevalenti: il DOC omosessuale e Compulsioni da controllo. Il trattamento, condotto interamente online, si è sviluppato in sei sedute di psicoterapia, utilizzando la Terapia della Coerenza integrata con tecniche immaginative ed esperienziali.
Il percorso terapeutico ha permesso a Nicola di superare le sue ossessioni, ridurre in modo significativo l’ansia e spezzare i circoli viziosi del controllo compulsivo, restituendogli un senso di equilibrio e benessere mentale.
Chi è il paziente
Nicola è un giovane di 36 anni, che soffre da tempo di disturbo ossessivo compulsivo. E’ sposato ed ha un figlio.
Nicola è stato accudito dai nonni perché da piccolo ha perso la mamma, mentre suo padre non c’è mai stato. Dai nonni ha ricevuto educazione e influenze sul suo carattere. Il modo di essere della nonna ha avuto un forte impatto sui problemi che Nicola ha vissuto in seguito. Questa donna era grossolana, rude, rigida e controllante. Maniaca della pulizia, controllava ossessivamente gas, porte, finestre, serrature e antifurti, e pretendeva che anche Nicola facesse lo stesso.
Nicola racconta che anche lui da piccolo era un maniaco del controllo, e questo doveva durare 10 ripetizioni. Se non controllava non poteva addormentarsi. Se non lo faceva si sentiva responsabile: 10 controlli e poteva addormentarsi.
Sintomatologia
Nicola soffre di diversi tipi di Doc. A 25 anni scopre il Doc Omosessuale e da allora ha una vocina interna che le sussurra per ore: “ Sei Gay! Tu sei Gay!”. Il Doc ha una presenza discontinua, ma torna forte nei periodi di forte stress, specie quando la nonna gli diceva : “ I froci non mi piacciono!”
La prima seduta serve a conoscere il problema del paziente, dare informazioni sul trattamento e a fare Psicoeducazione.
Nella seconda seduta Nicola ha una forte necessità di gestire il suo Doc, per questo, anche col parere contrario del terapeuta, richiede un gran numero di tecniche per contrastare il suo disturbo ossessivo.
Terza seduta
Da questa seduta si lavora con la modalità Terapia della Coerenza. Con la tecnica esperenziale si lavora con l’evento della voce interna: “Sei Gay! Sei Gay!”. Nicola riferisce di provare emozioni di ansia e perdita di controllo. Sensazioni di mal di testa, sbandamento, bocca secca e molta agitazione. Ha un convincimento di essere scrutato dentro. Dice: ‘Quando ho quei pensieri io non capisco più nulla, vedo tutto nero perché è come se perdessi il controllo. Non mi sento più lucido perché ingigantisco certe mie credenze. Ho molta paura della sensitività e medianità, ossia quello che va oltre l’anima cosciente, cioè la scoperta del subconscio intelligente. Questo mi porta a non voler aprire certi canali nella mente…
-Terapeuta: ‘ Ok, mettiamo da parte questi argomenti, stiamo sul pratico. Ti ricordi come hanno avuto inizio queste ossessioni?’
-Paziente: ‘ Certo! Hanno avuto inizio in seguito ad un sogno in cui stavo con due amiche. Una di queste ad un certo momento mi gridò contro: TU SEI UN GAY! Mi svegliai di soprassalto e da quel momento non ho avuto più pace’.
-Terapeuta: ‘ Solo per questo si è mantenuto il disturbo ossessivo?’
-Paziente: ‘ Non solo per questo. Tante volte nonna aveva le traveggole e certi errati pregiudizi, che loro quando non c’erano, io mi portavo gli uomini in casa. Con mia nonna era una lotta continua per dimostrargli che non ero un gay!’
-Terapeuta: ‘ E fuori casa? Con gli amici?
-Paziente:’ Dall’ ambiente esterno ho in realtà avuto RASSICURAZIONI sulla totale assurdità dei miei pensieri. Tali rassicurazioni mi portavano a richiederle continuamente, per la natura insicura del Doc e mania del controllo.
-Terapeuta: ‘ Alla luce di quanto è emerso possiamo dire che il sintomo è la paura dell’ omosessualità e la Posizione Pro Sintomo è lo schema comportamentale col comando: IO NON DEVO ESSERE UN GAY!’
-Paziente: ‘ Sì, è proprio così: IO NON VOGLIO e NON DEVO essere in quella maniera!
Terapeuta: ‘Ora ti dò un compito. Su questo biglietto scriviamo delle frasi. Tu dovrai leggerle tutti giorni, almeno due volte al giorno. Va bene? Scrivi: ‘Odio dirlo ma io sono cresciuto con la credenza che l’ omosessualità sia una questione negativa, da evitare a tutti i costi. Questo me l’ha inculcata mia nonna, io non ho fatto altro che metterla in atto. Nel corso degli anni ho creduto acriticamente a questo pregiudizio, fino al punto da evitarlo a tutti i costi!’
Quarta seduta
-Terapeuta: ‘Nicola cosa hai provato a leggere quella postilla tutti i giorni? Che effetto ti ha fatto?’
-Paziente: ‘ Un effetto rilassante e calmante’.
-Terapeuta: ‘ Molto bene. Nicola, su che cosa lavoriamo oggi?’
-Paziente: ‘ Ho fatto un sogno che mi ha molto turbato. Vorrei lavorare su questo. Nel sogno ho perso il controllo ed ho baciato un mio caro amico. Sono andato in fortissima ansia e mi sono svegliato’.
-Terapeuta: ‘Analizziamo con la tecnica esperenziale. Cosa hai percepito a livello di emozioni, sensazioni, immagini, convincimenti?’
-Paziente: ‘Come emozioni ho provato una forte ansia. Le sensazioni: forte mal di testa, spossatezza fisica, attenzione e verifica alle parti intime per paura di un’eventuale erezione. Poi sensazioni di pesantezza alle mani e ai piedi.
-Terapeuta: ‘Nicola, senza queste verifiche e queste paure cosa ti potrebbe accadere?’
-Paziente: ‘Cosa potrebbe accadermi? Alla base c’è una mancanza di credibilità nei miei confronti, dove tutto quello che facevo o dicevo non erano tenuti in considerazione. Mi hanno fatto intendere di NON essere capace , NON essere all’ altezza del compito, impossibilità a fidarmi del MIO giudizio e vivere con il dubbio perenne. Nonostante questa ingiustizia devo sottostare ai comandi del Doc, se no qualcosa di grave mi potrebbe accadere. Una catastrofe! Se sono gay DEVO lasciarmi con mia moglie, e finire in solitudine la vita, perchè con le donne non posso andare (sono convinto di essere gay) e con gli uomini non mi piace stare.
-Terapeuta: ‘Da dove pensi che provengono questi preconcetti ? Come si sono costruiti?’
-Paziente: ‘Mia nonna e l’ ambiente in cui sono cresciuto. Racconto solo un avvenimento che ora mi viene in mente: Ricordo che una volta, solo perché non ero tornato in orario, mia nonna si è inventata che io ero andato a fare la doccia con un uomo. Ma ci sono tanti altri fatti’ .
La seduta è continuata fino alla fine, dove il giovane ha raccontato altri avvenimenti simili.
-Terapeuta: ‘ Nicola capisco il tuo cruccio e il tuo risentimento. Ora ti dò un’altra postilla da leggere questa settimana. Scrivi: “Odio dirlo ma io ho sempre pensato di avere una omosessualità latente. Questa credenza è stata anche rafforzata da un sogno a cui io ho dato molto credito, ovvero che gli altri potessero leggermi nel pensiero e accusarmi”.
Quinta seduta
-Terapeuta: ‘ Nicola cosa hai provato a leggere quelle frasi?’
-Paziente: ‘Sono stato meglio, il Doc si è fatto sentire poco.
-Terapeuta: ‘ Da quello che hai letto, ora utilizziamo la tecnica della giustapposizione per verificare alcune tue credenze. Giustapposizione vuol dire anche ‘Mancata corrispondenza’.
Nicola, hai avuto rapporti omosessuali?
-Paziente: ‘ NO, MAI!’
-Terapeuta: ‘ Li hai desiderati, avuto immagini o durante la masturbazione…?’
-Paziente: ‘ Assolutamente No, a me piacciono le donne!’
-Terapeuta: ‘ Hai creduto che gli altri potessero leggere il tuo pensiero. Ti è successo qualche volta che gli altri ti abbiano letto dentro?
-Paziente: ‘ Lo credevo, ma non si è mai verificato!’
-Terapeuta: ‘Come ti senti con questo che ti ho chiesto?’
-Paziente: ‘Ho sentito una grande sensazione di calma, distensione e pacatezza. Un sollievo’.
-Terapeuta: ‘ In che modo si manifesta ancora il Doc ?’
-Paziente: ‘Mania di controllo e Doc da relazione. A 15 – 16 anni, manie di controllo. Ma poteva derivare dalla nonna. Poi, non tollero le incertezze. Non tollero ciò che non posso controllare. Alla base c’è una mancanza di credibilità nei miei confronti, dove quello che io facevo o dicevo non erano tenuti in considerazione’.
-Terapeuta: ‘ Ehmm, ora facciamo un esercizio di immaginazione guidata. Fai un respiro profondo e chiudi gli occhi…. Immagina di tornare indietro negli anni… a casa di tua nonna. Osserva l’ ambiente … ma ora ti dà turbamento. Fra poco facciamo entrare la nonna… Tu le rimprovererai per tutte quelle cose che ti ha provocato. Tutto quello che senti di dirle…. Eccola che entra’.
Nicola dà un sobbalzo, comincia a balbettare, poi dà un colpo di tosse e con energia rimprovera la nonna per tutte le fandonie che gli ha raccontato. Una bella lista di cose, poi si blocca!
-Terapeuta: ‘ Cosa c’è?’
-Paziente: ‘Nonna sta piangendo… mi chiede scusa. Mi dice che…non era vero…che… che ero un gay, me lo diceva apposta per darmi una certa educazione.
Sesta seduta
Nicola è stato bene questa settimana. Il lavoro di questa seduta è consistito nella ricapitolazione degli eventi. Giustapposizione su alcune manie di controllo. Ripetizione dell’esercizio di immaginazione guidata. Follow Up fra un mese.
Conclusione
Nicola non è venuto alla seduta di controllo, ma ha chiamato per dirmi che sta bene. Ha avuto qualche pensiero Doc, ma è andato via senza problemi. La riduzione del Doc ha coinvolto anche la sua mania di controllo, forse perché avevano la stessa radice: la paura di perdere il controllo.
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