Come Curare la Depressione Post Partum
Questo articolo parla della Depressione Post Partum e del disturbo post-traumatico legato al parto. Il suo scopo è quello di informare le donne in attesa, le donne preoccupate per il parto, a conoscere la depressione post-partum e cosa fare per curarla.
Definizione
La depressione postpartum, o peri-partum, è un disturbo che colpisce un certo numero di donne nel periodo successivo al parto.
Alcune neo-mamme,nel periodo successivo alla nascita, possono andare incontro a quattro varietà di difficoltà di disturbo post parto.
Esse sono: Baby blues, depressione postpartum,disturbo post-traumatico del parto e psicosi della puerpera.
Il disturbo denominato Baby blues si manifesta nelle prime settimane dopo il parto.
E’ un avvenimento piuttosto diffuso, che non necessariamente si trasforma in depressione post-partum.
Consiste in una forma leggera, benigna e passeggera di caduta dell’umore.
Interessa mediamente il 70 % delle partorienti nel terzo e quarto giorno dopo il parto. Scompare nel giro di una quindicina di giorni.
Le donne si sentono triste, piangono facilmente. Si sentono indebolite, stanche ed esauste.
Questo stato fisico è dovuto allo stress psicofisico del parto e alla caduta ormonale degli estrogeni e progesterone.
Solo il 20% delle pazienti può sviluppare una depressione postpartum.
Depressione PostPartum (PPD)
La Depressione PostPartum (PPD) è un disturbo dell’ umore che può colpire il 15 % delle donne. Può manifestarsi dal momento del parto fino a quando il bambino ha un anno di vita. I sintomi possono durare da alcune settimane ad un anno.
I principali sintomi della depressione postpartum sono:
– sentimenti depressivi,
– sentimenti di inadeguatezza nella cura del bambino,
– paura di rimanere sola col bambino,
– paura di perdere il controllo e di far male al bambino,
– difficoltà a prendersi cura di se stessa e del figlioletto,
– senso di colpa di non provare sentimenti di gioia per la nascita del bambino,
– senso di colpa di non provare un certo affetto verso il bambino,
– preoccupazione di essere soverchiata dagli impegni domestici.
Nei parti successivi è stata riscontrata una ricaduta nel 50 / 75 % dei casi.
Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
Il disturbo post-traumatico da stress si manifesta dal primo mese a sei mesi successivi dal parto.
Può manifestarsi con i seguenti sintomi:
– forte paura di morte o di incidenti fisici della partoriente o del nascituro,
– circostanze non previste durante il parto,
– doglie pre-parto eccessivamente lunghe e dolorose,
– imprevisto taglio cesareo,
– esperienza di forte senso di impotenza,
– incapacità o perdita di controllo della situazione,
– mancanza di rispetto e/o considerazioni sgradevoli da parte del personale dell’ ospedale,
– ricordo, durante il parto, di un vissuto traumatico di una violenza carnale precedentemente vissuta.
Il disturbo post traumatico se non riconosciuto e curato c’è rischio di trasformazione a grave depressione.
Il 34 % delle donne riferisce di avere sofferto di un qualche trauma relativo al parto.
Ricerche recenti hanno dimostrato una incidenza di disturbo post-traumatico del 9 % .
E’ stato verificato che i casi di disturbo post-traumatico (PTSD), relativo al parto, sono più numerosi di quelli diagnosticati, perché non riconosciuti o confusi con i disturbi della depressione postpartum.
Il PTSD non può essere trattato solo con i farmaci, ma necessita di una particolare terapia (EMDR) specifica per i traumi.
Psicosi della puerpera
La psicosi della puerpera è un grave disturbo psichiatrico, di cui sono affette 1-2 donne su 1000.
Si manifesta con sintomi di allucinazioni, episodi maniacali, ossessioni, distorsioni della realtà, idee di riferimento, crisi mistiche, ecc.
Il 5 % di queste pazienti sono a rischio di suicidio, mentre il 4 % di infanticidio.
Questo tipo di disturbo richiede immediato intervento psichiatrico e cura farmacologica.
Questa psicosi tende a manifestarsi nel periodo immediatamente dopo il parto fino a sei mesi successivi.
Maternità e cambiamento di ruolo
La maternità è una esperienza particolarmente evocativa, fa ricordare percezioni, emozioni passate e implicazioni sul proprio ruolo di madre.
La maternità implica una trasformazione e riorganizzazione totale della propria identità, nella rappresentazione di se stessa, passaggio dal ruolo di figlia a quello di madre con nuove incombenze e responsabilità.
La transizione implica un doppio processo di identificazione : da un lato con il nascituro e dall’ altro con la propria madre.
Se nel ruolo di figlia, nei confronti della propria madre, c’è stato un buon rapporto ed è stato positivo, l’ immagine genitoriale internalizzata ha strutturato un positivo processo di strutturazione del ruolo materno.
Se il rapporto madre-figlia è stato problematico, la neo madre dovrà fronteggiare difficoltà del momento del parto e nel passaggio al proprio ruolo di genitore.
Questa complicazione può rappresentare un fattore di rischio che potrebbe portare allo sviluppo della depressione postpartum (PDD) e un disturbo post-traumatico connesso con il parto.
Fattori di rischio per lo sviluppo di una Depressione PostPartum e Disturbo Post-traumatico (PTSD) connessi con il parto.
I fattori di rischio connessi con l’ ansia e la depressione
– Ansia e/o depressione durante la gravidanza,
– Storia personale e familiare connessi con disturbi d’ansia e depressione,
– Attaccamento insicuro,
– Disturbi premestruali disforici, depressivi e angoscianti,
– Repliche di precedenti esperienze di depressione postpartum e disturbi post.traumatici.
Rischi connessi con un trauma
-Esperienze traumatiche causate da parti difficili, dolorosi o prematuri.
– Circostanze traumatiche causate da ricoveri ospedalieri prolungati,
– Esperienze traumatiche causate da gravidanze difficili e/o da patologie della gravidanza,
– Vicende di aborto spontaneo (specie se ripetuti) o di parto con feto nato morto,
– Vissuti traumatici causati da aborti volontari, avvenuti precedentemente al parto in questione,
– Esperienze traumatiche causate da abusi e violenze sessuali,
– Nascita con parto cesareo (specialmente se non pianificato),
– Lutto complicato.
Rischi connessi con la famiglia o al rapporto col partner.
– Conflitti genitoriali e problemi derivanti dall’ attaccamento alle figure genitoriali,
– Gravidanze non desiderate o non pianificate,
– Scadente sostegno o relazioni conflittuali con la propria famiglia,con quella del partner o con il partner stesso,
– Gravidanza adolescenziale,
– Maternità da single,
– Famiglia allargata.
Rischi connessi con problemi economici o problemi col lavoro
– Difficoltà finanziarie,
– Problemi professionali e/o sul lavoro derivanti dalla gravidanza.
Rischi medicali derivanti da ricoveri ospedalieri.
– Scarso sostegno e/o abuso psicologico durante il parto (atteggiamento non rispettoso e non comprensivo) da parte del personale medico o infermieristico,
– Ricovero ospedaliero del neonato per problemi di salute.
Prevenzione della Depressione PostPartum
Gli interventi per la prevenzione della depressione PostPartum sono estremamente importanti per la salute mentale delle neo-mamme e per un positivo attaccamento madre-bambino.
Una madre psicologicamente in buona salute è in grado di creare una condizione di significativa protezione della salute mentale del bambino.
Un programma d’intervento preventivo deve operare su diversi livelli di prevenzione:
– La prevenzione primaria deve avere l’ obiettivo di:
-ridurre o evitare fattori di rischio,
-accrescere le difese per prevenire o minimizzare gli effetti dei fattori di rischio precedentemente descritti.
Questa profilassi viene svolta con il protocollo EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione mediante il movimento oculare).
L’ EMDR è una terapia specifica per i traumi. La terapia EMDR viene utilizzata per la prevenzione del trauma del parto e nella prevenzione e cura della depressione postpartum.
Il protocollo EMDR migliora le prestazioni della donna al momento del parto, aiutandola a rinforzare la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici (resilienza).
Rinforzare la resilienza di una donna in gravidanza riduce gli effetti negativi dell’ angoscia che la nascita di un bambino può comportare, aiuta ad avere un ruolo più attivo e costruttivo, in modo che possa sentirsi meno ansiosa, più preparata e sicura.
Spesso accade che alcune convinzioni negative si attivino nel momento del parto. In queste circostanze la donna può vivere l’esperienza in maniera passiva, impotente e traumatica. Rinforzando la resilienza e la capacità di affrontare la nascita in maniera attiva, la partoriente sente di avere in mano il controllo di tutta la situazione.
Una sensazione di maggiore controllo fa sentire meno il senso di impotenza, fa diminuire le convinzioni negative e le paure responsabili della depressione postpartum.
Valutazione prenatale (Test Anamnestic Questionnaire for Pregnancy= Questionario per la raccolta di dati personali, socioeconomici,fattori di rischio, aspettative,ecc.)
Il presente questionario si propone di raccogliere quanti più dati possibili, specie le informazioni relative ai fattori di rischio e ragguagli sulle aspettative delle donne riguardo alla nascita del bambino.
Altri strumenti di valutazione delle preoccupazioni sono:
– DBI (Depression Beck inventory) per la depressione, Test Stai per la valutazione dell’ ansia, SAT ( Separation Anxiety test ) per valutare problemi di attaccamento,ecc.
Protocollo della terapia EMDR per la prevenzione del trauma del parto e della depressione postpartum della donna in gravidanza
-Raccolta informazioni
Fase 1: Acquisizione della storia
La presenza di problemi in una delle aree successive costituisce un fattore di rischio e quindi causa di un disturbo post traumatico da stress (PTSD), sia come fattore di rischio per lo sviluppo di una depressione postpartum (PPD)
Gravidanza
Parto
Maternità
sessualità
Sicurezza fisica
Gravidanza
Si raccolgono dati relativi a questa gravidanza: se accettata, programmata, se è stata difficile, se vi sono problemi in ambito familiare , lavorativo, ecc.
Parto
Si chiede se ha avute altre gravidanze, se precedentemente ci sono stati problemi fisici, ginecologici, psicologici o presenza di depressione postpartum.
Maternità
Si chiede cosa pensa del futuro ruolo di mamma, se vengono in mente considerazioni e preoccupazioni su se stessa quando pensa che sta per dare la vita ad un bambino.
Cosa pensa il partner, come cambierà la vita di coppia, la vita di relazione e la vita in genere. Se è preoccupata del futuro ruolo di mamma, se pensa di svolgere bene il suo ruolo, se ha delle paure,se è preoccupata di rimanere sola col bambino, se conosce già il sesso del bambino e lo accetta. Sogni, speranze e aspettative per il bambino che sta per arrivare.
Sessualità
Si chiede se in passato è stata vittima di violenze e abusi.
Si chiede come cambierà il rapporto col partner.
Sicurezza fisica
Si domanda se ci sono stati incidenti di qualsiasi tipo , che hanno a messo a rischio la sua vita, se ha subìto violenze (Es.:stupri),se in passato ci sono stati ricoveri ospedalieri, ecc. ecc.
Protocollo EMDR – Fase 2: Preparazione
In questa fase il tipo di lavoro psicologico ha per obiettivo la consapevolezza e la partecipazione attiva allo svolgimento del parto. L’obiettivo è quello di installare particolari capacità che la donna ritiene determinanti per avere esito favorevole nel dare la vita al bambino.
Queste possono essere: sviluppo della concentrazione su se stessa, sviluppo della capacità di rilassamento, tecniche di respirazione, mindfulnes e altri esercizi che si imparano nei corsi di preparazione al parto.
Installazione di un posto sicuro immaginario che serve per la tranquillità, senso di sicurezza e rifugio nei momenti difficili, ecc.
L’ EMDR è una tecnica di stimolazione bilaterale del lobo destro e lobo sinistro del cervello. Si svolge con il movimento degli occhi, destro-sinistro, oppure con un suono alternato destro – sinistro, oppure con il ticchettamento alternato sul dorso delle mani.
Queste operazioni hanno l’ effetto di svuotare l’ emotività negativa e rimettere in moto l’ elaborazione mentale bloccata dal trauma.
Fase 3: Valutazione
Selezione del target e svolgimento protocollo standard (Trovare l’immagine critica, trovare la convinzione negativa, cognizione positiva, Validità della cognizione positiva, Emozioni, SUD (Punteggio del disagio), Punto corporeo in cui vengono percepite le sensazioni di disagio).
La procedura EMDR fa identificare situazioni critiche del passato, presente e futuro, desensibilizza e rielabora.
Fase 4: Desensibilizzazione
Questa operazione viene svolta attraverso il movimento degli occhi o altre stimolazioni.
Si verificano le aree del disagio, si desensibilizza e si accrescono le cognizioni positive
Fase 7: Chiusura
Fase 8: Rivalutazione
Conclusione
Attraverso le procedure illustrate le madri in attesa possono vincere le paure, perché vengono rielaborate informazioni disadattive che possono interferire con le prestazioni della futura madre del bambino.
La terapia EMDR, con le sue procedure, può ancorare informazioni positive, sviluppare risorse personali utili a far fronte ai momenti difficili della nascita e crescita del bambino.
Tutto ciò sarà prevenzione per la depressione postpartum e il disturbo post-traumatico da stress.
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