Guarigione da un disturbo Doc da Controllo ed Omosessuale. Caso clinico
Questo report descrive il Caso clinico di Stefano, guarito da un disturbo ossessivo da controllo ed omosessuale, per mezzo della terapia della coerenza e del trattamento EMDR. La durata del trattamento è stato di 10 sedute. Sedute svolte in modalità in presenza e on line. Stefano è un giovane architetto di 30 anni. Soffre da un po’ di tempo di disturbo ossessivo compulsivo multiforme. Sintomatologia Stefano è sofferente di diversi Doc. Informa che fin da bambino era fissato per l’ordine e il controllo. Attualmente riferisce di soffrire di:
–Ipercontrollo riguardo la chiusura delle porte e finestre di casa e dell’ auto.
–Controlli ripetuti se ha spento il gas, le luci e l’ acqua. Spesso è costretto a tornare indietro per una ulteriore verifica e per rassicurarsi ancora. Addirittura fa delle foto ai vari pomelli.
-Quando è alla guida della sua auto ha sempre insicurezza di avere investito qualcuno. Per questo non si fida di se stesso e deve sempre assicurarsi che non è successo niente.
-Nelle riunioni familiari è infastidito da immagini indecenti e involontarie, che fanno vedere i commensali e genitori svestiti.
-E’ molto disturbato da rumori forti e frastuoni dei botti.
-Soffre in modo particolare di disturbo ossessivo compulsivo omosessuale.
-Soffre inoltre di attacchi di panico con agorafobia
Limitazioni
Stefano ha molte insicurezze. Nonostante i successi scolastici e professionali, tende a svalutarsi. Perfezionista nel lavoro, ma disordinato nella vita privata. Tende a procrastinare e lasciare le cose fatte a metà.
Ha paura dei momenti di felicità, perché subito dopo pensa che può arrivare qualcosa di brutto e rovinare tutto.
-Patisce di attacchi di panico con agorafobia. Ha molte difficoltà quando per motivi di lavoro deve pernottare fuori.
Situazione attuale
Vive con una compagna. La sua famiglia d’origine è composta dal padre che fa il commerciante, la madre è insegnante, due fratelli e una sorella.
Anche sua madre ha carattere ansioso e soffre di attacchi di panico.
Stefano è ansioso fin dal risveglio. Prova ansia, senso di oppressione e fa fatica a concentrarsi. Tende a rimuginare tutto il giorno sui suoi problemi e a cercare affannosamente soluzioni.
Ha l’ ansia di avere l’ ansia. Percepisce tale stato è come se non fosse tutto a posto.
Anche un momento di felicità fa scatenare turbamento.
Stefano si valuta persona debole. Si colpevolizza e si rimprovera di non essere abbastanza virile e sicuro. Fisicamente dimostra meno della sua età. Il fatto che non ha la barba è motivo di insicurezza e carburante di ansia, che alimenta il Doc.
Terapia
Le prime sedute servono a conoscere il problema.
In terza seduta, Stefano riferisce di aver fatto un sogno che l’ aveva turbato. Nel sogno stava guardando un catalogo. I suoi occhi vanno a soffermarsi su un calciatore. Gli viene il pensiero: “E se lo immagino nudo?” Di colpo gli appare senza vestiti. Risveglio immediato con ansia e forte turbamento.
Suggerisco di fare terapia E.M.D.R.
L’EMDR è un trattamento efficace in psicoterapia. Dopo le opportune spiegazioni, si decide di trattare il sogno.
Trattamento
–Posto sicuro: A casa sua. In sala.
–Evento: Il sogno
–Immagine traumatica: il calciatore nudo
Terapeuta: ‘Quali parole accompagnano l’ immagine ed esprimono una cognizione negativa su di te, ora?’
-Paziente: ‘ Io non ho il controllo’
(Cognizione positiva)
Terapeuta: ‘Pensando all’ immagine, che cosa ti piacerebbe pensare di te, ora?’
-Paziente: ‘ Io ora ho il controllo’.
Terapeuta: ‘Quando credi vere alle parole ‘ Io ora ho il controllo’, su una scala da 1 a 7, dove 1 è falso e 7 è vero ? [V.O.C.]
-Paziente: ‘ 2’
VOC=2 è una convinzione molto bassa.
(Emozioni)
Terapeuta: ‘Pensando all’immagine e alla cognizione: ‘Io non ho il controllo’, quali emozioni senti ora?
-Paziente: ‘ Ansia’.
Livello di disagio (S.U.D.)
Terapeuta: ‘Su una scala da 0 a 10, dove ‘0’ è nessun disagio e 10 è il livello massimo di sofferenza, pensando al sogno, qual’è il grado di disagio che provi’?
-Paziente: ‘ 9 ‘. [S.U.D.= 9 ].
(Localizzazione del disagio sul corpo)
Terapeuta: Dove percepisci questo ‘9’ sul corpo?
-Paziente: Senso di oppressione al petto.
Terapeuta: Ora porta la tua attenzione a quel ricordo del sogno, all’ immagine che ti crea più stress.Pensa alla cognizione negativa ‘Io non ho il controllo’. Senti le emozioni dell’ansia e cerca di percepire le sensazioni di oppressione al petto. Mentre pensi a tutte queste cose, muovi gli occhi seguendo le mie dita. Ok?
[Nota. L’ EMDR utilizza una doppia stimolazione cerebrale; con i movimenti degli occhi, destra-sinistra, a mò di navi che incrociano, oppure con un suono all’ orecchio destro-orecchio sinistro, oppure con ticchettamenti sul dorso della mano destra e mano sinistra del paziente].
Dopo un certo numero di movimenti (n. 8-16-24-36-48…) si chiede il grado di disagio e se è cambiato qualcosa (immagine, cognizione negativa, emozioni, sensazione corporea).
-Paziente: Sento meno disagio.
Terapeuta: Quanto?
-Paziente: 6
Si continua con i movimenti oculari e i ticchettamenti sul dorso delle mani.
Terapeuta: Disagio?
–Paziente : 5
Terapeuta: E’ cambiato qualcosa? Cognizione negativa? Emozione?
-Paziente: la convinzione ora è’ io posso imparare a fidarmi di me stesso’. A livello emotivo: provo ansia.
Si continua. Il disagio continua a diminuire e a desensibilizzarsi : (SUD) 4….3…. 2…1
Il paziente riferisce sempre meno disagio
Terapeuta: Cognizione positiva ? Su scala VOC ?
-Paziente: ‘ Io posso imparare a fidarmi di me stesso’.- VOC= 7 (Livello optimum)
Disagio [SUD]= 2…1
Il paziente ha desensibilizzato e rielaborato il sogno. Ora non prova alcun disagio a pensarci.
Fine della seduta
Dalla quarta seduta iniziamo il trattamento con la Terapia della Coerenza.
La Terapia della Coerenza si svolge attraverso tre operazioni: recupero, integrazione e trasformazione delle posizioni Pro-Sintomo.
La terapia viene svolta in maniera pratica, con scarsa utilizzo della terapia della parola.
Bisogna valutare bene il sintomo. Domandarsi perché agisce in questo modo, qual’è la sua finalità? Da cosa sta allertando l’attenzione? A ritroso si va a cogliere la motivazione del perchè quel sintomo (la Posizione Pro Sintomo).Si parte con una descrizione emotiva, sensitiva e corporea.
La prima fase serve a svelare e a prendere coscienza dello schema emotivo responsabile. Si opera per portare in consapevolezza e chiarezza il motivo che ha bisogno della difesa del sintomo.
Per l’esplorazione applichiamo delle tecniche. Le più frequenti sono: ‘eliminazione del sintomo‘ e ‘ frasi da completare‘.
Terapeuta: Su che cosa vogliamo lavorare oggi? Quale pensiero ha più disturbato in questi ultimi tempi?
–Paziente:’ Quando penso a qualcosa di benessere devo pensare a qualcosa di negativo’.
Terapeuta: Chiedo a Stefano di concludere questa frase:
” Se sono felice io…?” Concludi questa frase!”
-Paziente:” Se sono felice io…devo cercare qualcosa di negativo, qualcosa che non va in me”.
Terapeuta:” Se sono felice io…?”, Concludi…”
Paziente:” Se sono felice io…devo rovinare quel momento di felicità…”
Terapeuta:” Altrimenti…”
Paziente:” …devo trovare qualcosa di negativo perché se sono felice…potrei non essere me stesso”.
Terapeuta:” e quindi?”
Paziente:” E’ come se devo verificare i miei stati d’animo, per evitare di essere felice”
Terapeuta: ”Altrimenti?”
Terapeuta:” Se sono felice io…?”, concludi questa frase!”
-Paziente:” Se sono felice io…io devo essere coerente, allineato…”
Terapeuta:” Ossia?”
-Paziente:” Se tutti sono felici io devo trovare qualcosa per non essere felice…perché è come se avessi paura di rovinare quel momento. Paura di rovinare bei ricordi… Se sono felice trovo il modo di rovinare questo momento di felicità, perché è come se non fossi degno di avere quei momenti di felicità. C’è la possibilità di contaminarlo con qualcosa…. Se sono felice devo trovare qualcosa che inquina la mia felicità”.
Terapeuta:” Ehmm ”
-Paziente:” Se sono felice per inquinare quel momento vado a pensare a qualcosa di sessuale”
Terapeuta: ”Ehm-Ehm”
-Paziente:” La paura di essere felice. Io non posso essere felice perché ho avuto questi pensieri disturbanti. Chi ha questi pensieri NON E’ DEGNO di essere felice!”
Quinta seduta
Terapeuta: ”Come va? Come è andata la settimana? ”
–Paziente:” Al mattino sensazione di ansia, respiro corto, senso di oppressione allo stomaco, senso di tristezza, frustrazione…Anche oggi è una giornata rovinata.”
-Paziente:” La mattina mi devo assicurare che tutto è a posto…
Terapeuta:” Altrimenti? “
-Paziente:” Deve essere tutto a posto altrimenti…questi pensieri negativi potrebbero comparire durante la giornata”.
Terapeuta:” Tutto a posto ?”
-Paziente:” Devo mettere a posto altrimenti quella cosa fuori posto mi avrebbe rovinato la cena. Con i genitori è un momento di felicità, ma quel pensiero di quella cosa fuori posto è come se mi desse fastidio durante la cena. Le cose devono essere a posto…Se non trovavo quella maglia, io…”
Terapeuta:” E l’ ipercontrollo? ”
-Paziente:” Tutto deve andare a posto. Io non mi fido. Per sicurezza, io scatto le foto alla manopola del gas, alle prese elettriche…”
Terapeuta:” Che altro?”
-Paziente:” Per mia disattenzione potrebbe succedere una fuga di gas. Potrei ferire delle persone…la polizia che chiama…Io devo dimostrare che ho fatto tutto”
Terapeuta:” Che ne dici se prendiamo altri episodi analoghi successi nel passato?”
-Paziente:” Ehm…Ora ho un flash, un ricordo di quando avevo 5 – 6 anni, al mare. Molto distratto, mi persi, non riuscivo più a trovare i miei genitori…tanta paura… Da allora i miei mi hanno sempre visto con un certo occhio, un po’ deboluccio, da proteggere per la mia disattenzione”.
Terapeuta:” Pensi che quella esperienza abbia avuto influenza?”
-Paziente:” Ehmm…Può darsi che da allora ho pensato:”NON DEVE MAI PIU’ SUCCEDERE. DEVO CONTROLLARE PIU’ E PIU’ VOLTE. SONO UN DISTRATTO”.
[Nota]Quel ricordo di quando si è perso in spiaggia, con lo spavento provato, è il condizionamento, ovvero l’ associazione: distrazione – paura.
La scoperta di tale apprendimento ( Condizionamento Classico) spiegherebbe la funzione del sintomo ossessivo e la paura delle conseguenze, ossia l’ apparato del disturbo ossessivo di Stefano che porta all’ipercontrollo.
Questa è la paura che ha bisogno del sintomo. Una Posizione Pro Sintomo, ossia una regola interna che ha bisogno del sintomo (l’ipercontrollo).
Questa seduta giunge alla fine, ma per evitare che tale presa di coscienza venga persa, si dà una consegna al paziente. Si scrive una asserzione su un foglietto. Egli dovrà leggerla almeno due volte al giorno, e contemporaneamente pensare ad un ricordo di una vicenda positiva, esattamente opposta alla paura (Evento di Giustapposizione).
Ecco la postilla consegnata a Stefano:
“ Odio dirlo ma ho bisogno di iper controllare ripetutamente le cose di casa. Questo controllo è dovuto a mia distrazione e stare con la testa fra le nuvole. Anche se ora non succederà più la distrazione, devo controllare bene altrimenti può succedere qualcosa di brutto, ED IO SONO RESPONSABILE”
Nella seduta successiva Stefano è tranquillo e ottimista, riferisce di non sentire più il bisogno ossessivo di controllare.
Sesta seduta
In questa seduta si lavora sul Doc omosessuale.
Premessa Stefano dimostra molto meno della sua età. Il suo viso senza barba e il suo fisico magro fanno apparire un giovane uomo, anziché un soggetto di 30 anni.
Il suo aspetto gracile, ma soprattutto l’assenza di barba, spesso è stato oggetto di commenti leziosi e poco piacevoli dagli amici, compagni di scuola, di università e perfino dal padre (‘sembri un frocio’).
Stefano tuttora si considera un giovane fragile, poco assertivo e portato a rimproverarsi per le mancate risposte di fronte agli abusi di autorità.
In passato, all’ età di 20 anni, all’ Università, aveva già avuto il primo episodio di doc omosessuale.
In quell’ occasione, quando il Doc fece il suo esordio, condivideva l’appartamento con colleghi studenti, di cui uno di loro era gay.
In un difficile momento di stress il Doc esordì con i pensieri: “ Non è che sei anche tu così?”, “Non è che provi attrazione?”
A quell’ epoca, il disturbo ossessivo dopo un periodo di permanenza, andò via da solo.
Il Doc omosessuale era tornato con tutto il suo impeto quattro mesi addietro.
Riferisce che la paura di essere gay si era ripresentato durante una vacanza in Francia. In quella circostanza si accorse di osservare un ragazzo, seguito dal commento:” Secondo te è un bel ragazzo?”
Lavoriamo con la Terapia della Coerenza.
Terapeuta:” Come va? Come è stata la settimana? ”
-Paziente:” Al mattino, come al solito sensazione di ansia e palpitazioni.”
Tecnica dell’ eliminazione del sintomo
Stefano viene invitato a ricordare ad occhi chiusi un evento in cui ha avuto paura dell’ omosessualità e a riprovare le stesse sensazioni ed emozioni. Il terapeuta lo invita a mettere da parte il sintomo.
Senza sintomo ossessivo, Stefano riferisce paura di essere un gay.
Stefano riferisce tutte le verifiche cui è costretto a fare quando vede un bel ragazzo.
Con ansia riferisce: “ … se vedo un ragazzo mi viene il pensiero: “Non è che provi attrazione? … E se lo fossi anche tu ? …E se fossi anche tu in quella maniera? ”
Altra tecnica : Frasi da completare.
Terapeuta: “ Stefano, completa questa frase: ‘Questo evento mi procura….’?
–Stefano: “Disagio, rabbia e vergogna. … Mi fa rinchiudere sempre più in me stesso…”
Terapeuta: “ Ancora… completa la frase: ‘Questo evento mi procura….?’
–Stefano: ”…rabbia… perché anche se lo fossi non è un problema… invece il problema è qualcosa che va in conflitto con la mia natura e la mia mascolinità…”
Terapeuta:” Ehm… e quindi?”
–Stefano: “…questo colpo alla mia mascolinità ha provocato tutto questo….perché …ho sempre associato questo Doc alla mia figura poco mascolina… ”
Terapeuta: “ …?”
–Stefano: ” Questo mi infastidisce perché mi fa sentire insicuro. E’ come se non mi volessi vedere uomo come io mi sento. E’ come se mi associasse a quella categoria effeminata ”
Terapeuta: “ e allora?”
–Stefano: “E’ come se non mi sentissi abbastanza mascolino… “
Terapeuta: “ Quindi?”
-Stefano: “…e quindi ho bisogno di fare delle verifiche per appurare che la mia sessualità non sia allineata a questa figura poco mascolina …”
Terapeuta: “ Quindi?…”
-Stefano: “ Quindi ho paura di essere un omosessuale! “
Questa è la paura che ha bisogno del sintomo. Ma non ancora abbiamo scoperto il perché di questo condizionamento, ovvero l’ associazione omosessualità -paura.
La ricerca di tale apprendimento ( Condizionamento Classico) spiegherebbe la funzione del sintomo ossessivo e la paura delle conseguenze, ossia tutto l’ apparato del disturbo ossessivo di Stefano.
Questa seduta giunge alla fine, ma per evitare che tale presa di coscienza venga persa, si dà una consegna al paziente. Si scrive una asserzione su un foglietto. Egli dovrà leggerla almeno due volte al giorno, e contemporaneamente pensare ad un ricordo di una vicenda positiva, esattamente opposta alla paura (Evento di Giustapposizione).
Ecco la citazione consegnata a Stefano:
“ Odio dirlo ma il mio aspetto fisico mi ha spesso messo in imbarazzo, perché poco mascolino. Anche se sono stato sempre etero, per me ha rappresentato sempre un problema. Ma nonostante la mia etero-sessualità, DEVO fare test e verifiche altrimenti può succedere l’ irreparabile”.
Settima seduta
Terapeuta:” Stefano, cosa mi dici dei controlli che prima dovevi fare così accuratamente e di cui tu eri molto preoccupato?”
Stefano:” Risolto. Mi vergogno a riferire… prima dovevo controllare anche dentro le buste dell’immondizia, più di una volta, per paura che non c’era qualcosa di importante… Un sacco di precauzioni. Ora è tutto a posto, non sento più il bisogno di controllare. Ora c’è da risolvere questo problema del doc sessuale. Speriamo che non scaturisca da qualche pensiero che poi mi rovina il matrimonio di un amico, a cui devo partecipare. Sono preoccupato per questo”.
Terapeuta: ” Preoccupato di cosa?”
-Stefano:” Sono preoccupato se al matrimonio c’è qualche ragazzo e a quel momento io devo cominciare a fare le mie verifiche. Inoltre sono molto arrabbiato con questo doc omosessuale, perché durante l’intimità,con la mia compagna, mi arriva un flash:’ e se non mi è piaciuto abbastanza?‘
Lavoriamo con la terapia della coerenza sul doc omosessuale.
L’evento è: Immaginare di vedere un film con ragazzi nudi. Controllare se piace qualcuno di loro.
Sintomo: La verifica è quella di vedere se quell’ attore gli piace.
Terapeuta:” Hai bisogno di fare questa verifica perché…?
-Stefano:“… Ho bisogno di fare questa verifica perché… se sono quello… È una cosa inaccettabile… ho paura della catastrofe?”
Terapeuta:” Una cosa inaccettabile?”
-Stefano:” Sì, inaccettabile. Una catastrofe!”
Terapeuta:” Una catastrofe?”
–Stefano:” Alcune volte, a tavola con i genitori, arriva il pensiero: Cosa potrebbe rovinare questo momento? Arrivano immagini di corpi nudi… Questo mi crea molto disagio: Visione di corpi nudi “.
Terapeuta:” La mia paura e’…?”
–Stefano::” la paura di perdere lo stile di vita che ho…i miei interessi…Le critiche nel mio ambiente di lavoro…La reazione della gente…lasciare la mia compagna…Paura di perdere lei e rinunciare ad una famiglia con figli”.
Terapeuta:” cosa significa questo per te?”
–Stefano:” Che non deve accadere!”
–Stefano:” …Per questo ho paura di andare al matrimonio la prossima settimana. Potrebbe succedere di incrociare lo sguardo con un uomo e poi iniziare tutte queste verifiche. Mi rovinerei completamente la giornata”
Terapeuta:” Vedi una causa in tutto questo?”
–Stefano: Il mio aspetto fisico. Poi il mio modo di fare poco mascolino, ovvero modi dolci e affabili, che possono essere fraintesi! ”
Terapeuta:” Questo è quello che pensi?”
–Stefano:” La mia paura di essere frainteso!… Paura di essere frainteso…Sono io che lo penso. In passato è successo, ma ora più nessuno pensa di me omosessuale…Forse è solo una mia paura!!
Quest’ultima cosa, ovvero la paura di essere frainteso, è stato anche un evento di giustapposizione. La giustapposizione ripetuta più volte ha eliminato la paura. Ciò ha influito positivamente anche sugli attacchi di panico, che in maniera indiretta sono diminuiti di frequenza e intensità.
Conclusione
La guarigione da un doc da controllo ed omosessuale, di questo caso clinico è stata ottenuta rapidamente con la metodologia della Terapia della Coerenza.
L’email di follow up giunta un mese dopo:
Dopo tanti anni in cui il mio DOC e le mie ansie si ripresentavano in maniera ciclica,e dopo alcune terapie ho deciso di rivolgermi a Lei.
Per me Lei è stato una mano solida a cui aggrapparsi. La battaglia con i DOC è dura, ma senza il suo valido aiuto era impossibile uscirne fuori. Non posso che consigliare il suo supporto a chiunque sia affetto da questo disturbo.
Guarigione da un Doc omosessuale. Caso clinico