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Come Vincere le Ossessioni, il Panico, l'Ansia e Vivere al meglio la tua Vita.

Studio di Psicologia specializzato nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Attacchi di Panico, Giochi d'azzardo.

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Home » L’Ossessione dei Giochi d’Azzardo

L’Ossessione dei Giochi d’Azzardo

16 Gennaio 2014 di Dott. Mario Di Nunzio 4 commenti

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Ossessione dei giochi dazzardo

 

Lotto, Gratta e Vinci, Slot Machine, Video Poker: chi sarà il prossimo ad avere l’ossessione dei giochi d’azzardo e a rovinarsi?

Tu pensi di stare al sicuro? Io non sarei tanto tranquillo.

Non è una provocazione o una impertinenza, ma una realtà: siamo tutti indifesi di fronte alle attrattive del gioco e delle vincite.

Questo articolo vuole rivelare i tasti psicologici, utilizzati dalle Lobby dei giochi d’azzardo, per attirare la gente ad acquistare ripetutamente biglietti del gioco e lucrare sulle loro illusioni.

Il report informa  sulla modalità del passaggio da giocatore occasionale a  giocatore dipendente  dei giochi d’azzrdo. Come si sviluppa il disturbo ossessivo-compulsivo, la dipendenza, fino all’ossessione dei giochi d’azzardo.

Come  si diventa dipendenti e perchè non si esce facilmente da questa mania del gioco

Cosa spinge a continuare a giocare, nonostante le perdite.    I normali trattamenti psicologici perchè non funzionano e cosa  fare per vincere l’ ossessione dei giochi d’azzardo.

Scoprire queste debolezze  può aiutare a difenderti dall’ossessione del gioco.

Tante persone, ogni giorno, comprano un biglietto e sognano una vincita milionaria.
Il lotto, il superanalotto, la schedina totocalcio, le slot machine e i giochi elettronici sono diventati strumenti di illusione per tanti italiani.

Tanta gente spera e gioca sognando vincite favolose, in grado di cambiare la vita.

Ma cosa si verifica di così attraente, da coinvolgere così tanto, che alcuni arrivano perfino a rovinarsi? Possibile che ad un certo punto non funziona più la razionalità  e scatta l’ossessione dei giochi d’azzardo ?

Non è tanto il gioco o il fine ludico ad appassionare, quello che stimola, oltre alla possibilità di vincite importanti, è il desiderio di acciuffare la dea Fortuna,  scoprire metodi segreti in grado di dominare  il gioco e acquisire il sistema per vincere al gioco e poi vivere felicemente come un pascià.

Il gioco delle scommesse è una specie di magia.                                                             Entrati in possesso della schedina, si è catapultati in uno stato di trance, una condizione in cui non si pensa altro che sei ad un passo dalla fortuna. Uno stato mentale molto diverso da quello di tutti i giorni.

 

Si entra in una condizione di speranza, una disposizione di attesa, una sensazione che può accadere qualcosa di grandioso, che, se realizzata, si va a vivere in una dimensione diversa, di potenza, di possibilità smisurate, di assenza di problemi economici, senza più problemi lavorativi e affettivi.

Un pensiero magico che porta il giocatore in un’altra dimensione: spegne la parte adulta e razionale e lo trasporta in quella del SOGNO e della MAGIA. Insomma un tuffo nell’ inconscio e un ritorno all’ infanzia, a quando credevamo alla bacchetta magica.

Insomma, il gioco ti fa entrare in uno stato magico, ipnotico, uno stato di trance e di sogno.

Sei in una condizione differente, diversa da quella dell’ adulto con i piedi per terra. E’ una condizione fatta di illusioni da cui si fa fatica ad uscirne.

L’uomo è sempre stato attratto dalla magia, perché la magia fa realizzare istantaneamente le cose desiderate. Tutto quello che brami e che desideri lo ottieni all’ istante: basta un colpo di bacchetta magica. Tutto ciò che aneli arriva senza problemi, senza lavorarci, guadagnare, risparmiare e senza fare sacrifici.

Tutto bello, vero? Peccato che sono solo sogni! A queste cose credono solo i bambini. Gli adulti sanno che se vogliono qualcosa devono sudare, perché nulla è regalato.

Con il fenomeno delle lotterie si è creata la condizione di farti pensare che puoi vincere somme stratosferiche. Il pensiero magico che si era sopito alla fine dell’ infanzia, ora viene stimolato nuovamente. Si è risvegliato il bambino in noi.

I Signori delle Lotterie sono riusciti a trovare il modo di pigiare pulsanti segreti e agire sulle leve psicologiche degli individui e attivare determinati stati mentali.

Infatti siamo bombardati ogni giorno con pubblicità forti e suadenti, che gridano e ci fanno il lavaggio del cervello che se giochi puoi arricchirti.

          Locandine delle ricevitorie sono in ogni angolo di strada.  Tutto sembra dire: “Ma sei proprio uno stupido? Hai tutte queste difficoltà economiche e non vieni a comprare un biglietto vincente? Cosa aspetti? Ma non ti importa niente della tua famiglia? ”. Insomma ci allettano con vincite improbabili e ci fanno sentire anche colpevoli.

 

Ma quante possibilità abbiamo di diventare milionari?

Che probabilità abbiamo di vincere? Qual è la probabilità matematica?

 

Gazzetta Ufficiale N. 214 del 14 Settembre 2005

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE decreto 5/08/05

Modalita’ tecniche di svolgimento della lotteria nazionale ad

estrazione istantanea denominata «Miliardario».

• Art. 2.

Vengono messi in distribuzione n. 30.000.000 di biglietti

• Art. 5.

La massa premi ammonta ad euro 105.000.000,00 suddivisa nei

seguenti premi:

n. 5 premi di euro 500.000,00

n. 25 premi di euro 100.000,00-

n. 250 premi di euro 10.000,00-

n. 5.000 premi di euro 1.000,00;

n. 7.500 premi di euro 500,00;

n. 65.000 premi di euro 100,00;

n. 120.000 premi di euro 50,00;

n. 90.000 premi di euro 25,00;

n. 270.000 premi di euro 20,00;

n. 350.000 premi di euro 15,00;

n. 2.030.000 premi di euro 10,00;

n. 8.610.000 premi di euro 5,00.

 

n. 5 biglietti con premio di 500.000 euro (  RARI)

 

FREQUENTI)  • n. 8.610.000 di biglietti con premio da 5 euro

 

Matteo Iori – Associazione CONAGGA , Ass.ne Onlus «Centro Sociale Papa Giovanni XXIII» (Reggio Emilia)

 

E’ un  grande imbroglio, un immenso raggiro, perché è estremamente difficile vincere somme importanti.

n. 5 premi di euro 500.000,00 – La tua probabilità di pescarne uno è  di 0,000017 % 

n. 25 premi di euro 100.000,00- hanno una probabilità di uscita = allo 0,000083 % 

n. 250 premi di euro 10.000,00- Probabilità di vincita= 0,000833 % 

La probabilità  di vincere somme importanti che ti cambiano la vita sono molto basse, pensate la probabilità è solo del 0,000017 % .

I biglietti vincenti sono gocce d’acqua dispersi in un oceano di 100 milioni di biglietti, disseminati in tante ricevitorie distribuite in tutta Italia.

Ma è difficile resistere alla loro pubblicità, vero?                                                                 E’ difficile perché abbiamo realmente bisogno di quei soldi.

Per fortuna, per tante persone il gioco rimane solo un ‘gioco’. Le illusioni e le aspettative sono sotto controllo, si rimane con i piedi a terra e salvo in limitate circostanze, non si perde il contatto con la realtà. La condizione “adulta” rimane inalterata, si accettano le privazioni, le rinunce e le fatiche e non si fanno sogni irrealizzabili.

Per alcuni soggetti le cose vanno diversamente. Le condizioni psichiche, sociali, economiche, familiari e affettive sono tanto sfavorevoli da rendere più gradevole stazionare nella condizione del pensiero magico, ad immaginare vincite stratosferiche e illudersi in una realtà diversa.

La persona sola, malata, triste e disoccupata rimane più volentieri nell’ illusione che un biglietto vincente sarebbe proprio di aiuto.

Persone disoccupate, con difficoltà economiche e con problemi a tirare avanti la famiglia, spesso vanno al “posto della speranza” a comprare un biglietto e sperare di vincere.

Imprenditori con difficoltà economiche, con stipendi da pagare, creditori da saldare, sperano che un biglietto vincente andrebbe bene a loro e a ‘tutta la baracca’.

Ma anche volendo restare saldamente con i piedi per terra, non è facile rimanere impassibili sotto l’ insistenza ossessiva della pubblicità che bombarda con ogni mezzo di comunicazione.

Questa ripetizione continua, insistente e assordante funge da lavaggio del cervello e convince che è facile vincere, anche di fronte a indiscutibili dati statistici di natura contraria.

In alcuni individui le vincite possono assumere profondi significati affettivi.  Una vincita è gratificazione, ricompensa, regalo. E’ la soluzione di tutti i problemi e un risolutivo cambiamento di vita.

Da chi può arrivare un regalo così desiderabile e immenso? Sicuramente da chi ci vuole bene. Un benefattore, un genitore.

Questo è il passaggio mentale che crea nuovamente la situazione genitore-bambino e che va a richiamare la memoria emozionale della nostra infanzia e del  rapporto vissuto con i nostri genitori.

L’illusione della vincita a portata di mano crea uno stato mentale alterato in cui si è immersi in illusioni e sogni di vincite. Uno stato in cui primeggia il pensiero magico.                                                               

In questa condizione, istantaneamente,  si è scaraventati nel passato, in uno stato infantile, nella nostra infanzia, con tutti i ricordi associati.

La mancata vincita può assumere, in certe persone, un rifiuto, un abbandono o un connotato di indifferenza. La persona pensa: “Come, io ho tanto bisogno e tu non mi aiuti?”

La condizione magica, ipnotica e infantile fatta nascere dalle condizioni di gioco, quando non realizza una vincita, può stimolare antiche emozioni di carenze affettive, di rifiuto, di abbandono o di indifferenza. Questa emotività esiste nell’ inconscio e nella memoria emozionale.

La modalità coattiva o il continuare a giocare, nonostante le perdite accumulate, assume un valore profondamente affettivo il cui significato è: “Se vinco vuol dire che sono accontentato, mi vogliono bene, allora io valgo.                                                                  Se non vinco, vuol dire che a loro (i genitori) non interessa nulla di me, non sono amato, che non valgo nulla, non sono amato,sono indifferente. Devo continuare a chiedere. Spero che questa insistenza faccia svegliare il loro interesse nei miei confronti”.

La frustrazione della non-vincita porta, in certi soggetti predisposti, alla ossessione e alla coazione a ripetere.

Il disturbo ossessivo è contraddistinto da immagini, pensiero fisso e intrusivo, iper-controllo, rituali e compulsione a ripetere.

L’ imprevedibilità del gioco fa provare ansia e paura di perdere il controllo. Per vincere sull’imprevedibilità e  assumere un certo controllo sul gioco il giocatore si affida a rituali, atti superstiziosi  e credenze cabalistiche.

Il sintomo ossessivo e la coercizione hanno l’effetto di farlo continuare a giocare, nella speranza di una vincita che assume  il significato simbolico di un regalo, un aiuto e riconquista delle attenzioni e dell’ amore da parte di un genitore assente, indifferente, che abbandona e che rifiuta.

La compulsione al gioco non si spegne perché l’ interesse dell’ individuo non è verso il gioco o la vincita, ma il soddisfacimento di un bisogno d’ amore e di una carenza affettiva, richiamato in vita dall’imprevedibilità dei giochi d’ azzardo e dalle convinzioni false che vincere è facile.

Le sensazioni e le parole che gli passano per la mente sono:”Se vinco sono contento perché vuol dire che ho risvegliato l’ interesse dei genitori. Mi sento profondamente rassicurato, gratificato, sento di valere, mi sento accettato.

Se non vinco provo angoscia, mi sento abbandonato, umiliato, criticato, non accettato, rifiutato, rovinato. Devo insistere, continuare. Devo richiamare la loro attenzione, altrimenti provo angoscia”.

Nonostante l’ accumulo dei debiti e della perdita economica, la continuazione e la compulsione al gioco è destinata a continuare, non tanto per rifarsi dai debiti,quando per l’inconscio bisogno di richiamare l’attenzione ‘del genitore’, sul suo stato di necessità. Una specie di  supplica di non abbandonarlo.

Ogni tentativo di far ragionare o di bloccare l’atto di giocare è destinato a fallire, a non essere di nessun aiuto, perché col disturbo ossessivo agire solo sulla sintomatologia è riduttivo.       

Il pensiero ossessivo, i rituali e la compulsione hanno un significato simbolico di un richiamo, un pianto, verso un genitore indifferente ai bisogni del figlio.

La terapia psicologica se comprende bene come opera il disturbo ossessivo,  può fare molto per aiutare queste persone ‘a guarire’.

Questa patologia appare estremamente resistente, difficile e fallimentare. Tutto è inesplicabile e inconscio.

Finora la terapia  è consistita solo in consigli, richiami, critiche e tentativi di far ragionare il soggetto. Il giocatore sa molto bene che sta rischiando la bancarotta e il disastro affettivo e familiare. E’ angosciato per questo, ma non sa come resistere alla impulso del gioco. La compulsione è forte e impellente; se non lo fa aumenta l’ansia e l’angoscia.

L’aiuto deve partire dalla creazione di un buon rapporto terapeutico perché la persona è diffidente, insicura e portata a pensare che non riceverà alcun aiuto valido. Il suo bisogno profondo è quello di far cambiare idea ai ‘genitori del passato’.

La sua convinzione attuale è che può farlo solo attraverso una vincita al gioco.      

Attraverso tecniche di EMDR, il terapeuta si lascerà condurre verso nuclei profondi e verso il passato del soggetto.

Le situazioni problematiche infantili verranno rivisitate, desensibilizzate e rielaborate con l’E.M.D.R. e la terapia immaginativa.

Attraverso il processo immaginativo si tornerà in contatto con le figure genitoriali. Allora il paziente potrà esprimere verso di essi tutta la rabbia, il disappunto e il modo di come ha interpretato il rapporto con loro.

Le figure genitoriali, attraverso il terapeuta, potranno parlare per spiegare e giustificare il loro atteggiamento educativo, il loro comportamento e chiedere eventualmente ‘SCUSA’.

Con la riconciliazione e il miglioramento dell’ autostima, la persona non avrà più bisogno di buttarsi ancora nel gioco e inizierà una fase nuova della vita, piena, gratificante e con tanta nuova energia fisica e mentale.

 

P.s. Un ringraziamento va a Matteo Iori – Associazione CONAGGA , Ass.ne Onlus «Centro Sociale Papa Giovanni XXIII» (Reggio Emilia) e al suo infaticabile lavoro.

Per saperne di più:

Come Smettere la dipendenza ai giochi d’azzardo 

Come vincere il disturbo ossessivo 

Come vincere le fobie e le ossessioni

Il disturbo Ossessivo-Compulsivo: come si manifesta, come  affrontarlo

E.M.D.R.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Roberto delpopolo dice

    17 Luglio 2016 alle 21:14

    Oggi c’è un nuovo modo di guarire dal gioco di azzardo: portare in causa il padrone del locale oppure il governo o magari ambedue. Siccome la legge non permette la pubblicità del gioco di azzardo e pertanto l’esposizione di materiali da gioco di azzardo in luoghi di passaggio al pubblico è contro la legge si hanno dei motivi validi per un rimborso. La legge non permette la presenza del gioco di azzardo dove vi sia passaggio di minori e perciò questa seconda condizione è ancora più favorevole per un rimborso. Ogni minore che sia stato tentato dal gioco di azzardo al raggiungimento dell’eta di maggiorenne ha una buona possibilità di rimborso.

    Rispondi
    • Dott. Mario Di Nunzio dice

      8 Agosto 2016 alle 10:53

      Roberto, è vero quello che dice, ma ci sono troppi interessi economici intorno ai giochi d’azzardo.
      E’ meglio non pensare ai diritti di rimborsi, non li farà nessuno. E’ meglio ad essere indifferenti ai richiami
      di questi giochi.
      Un saluto. Dott. M. Di Nunzio

      Rispondi
  2. Dott. Mario Di Nunzio dice

    27 Marzo 2014 alle 9:35

    Salve Ilaria, ho letto con attenzione il suo messaggio.
    Prima di pensare a soluzioni estreme,valuti altre possibili soluzioni.
    La perdita che ha subìto ha fortemente influenzata la sua vita.
    Come Lei stessa ha scritto, sarebbe il caso di rivolgersi ad un aiuto esterno perchè
    è difficile farcela da soli quando si è vissuto un trauma.Un trattamento con EMDR l’aiuterà a superare il trauma e
    ad accettare il lutto.
    Perchè ha l’imperativo di mostrarsi forte? Chi vuole proteggere? A chi pensa di non piacere
    se mostra come si sente realmente?
    La saluto cordialmente.
    Dott. Mario di Nunzio

    Rispondi

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