Il report che stai per leggere è un caso clinico di una vicenda di un mio paziente sofferente di attacchi di panico, risolto con la psicoterapia.
Un giorno il mio cliente,Paolo, di 47 anni, stava tornando da una visita medica. Viaggiava in macchina con sua figlia.D’ un tratto si sentì come 21 anni prima,quando gli passò in mente un orribile immagine, quella di far male… alla sua figlioletta. A quel tempo non aveva fatto nulla per superare il problema, perché non sapeva a chi rivolgersi, ma soprattutto era spaventato all’ idea che qualcun altro veniva a sapere il dramma che passava per la sua testa. Fece solo un consulto da uno psichiatra, ma non seguì la terapia farmacologica. La sua paura era che i farmaci l’avrebbero ammansito e tranquillizzato e fatto abbassare il controllo. Invece di questo Paolo aveva più paura: doveva stare alla massima allerta, perché se non si controllava poteva succedere l’ irreparabile.
21 anni prima era solo a casa, quando iniziarono quelle brutte immagini e quei pensieri.
La bimba dormiva nella sua culla. L’aveva cullato, tutto il tempo, per farla prendere sonno.
D’ un tratto un pensiero, delle immagini spaventose e una tempesta emotiva che gli scatenò un finimondo.
Senza motivo, completamente ‘a ciel sereno’ gli passò per la mente un pensiero: “ E se mi parte un colpo? Se perdo il controllo e la colpisco con un pugno?”.
Fu uno shock terribile. L’ inizio di un lungo periodo di immagini terrificanti.
Da quel momento non riuscì a più rimanere solo con la bimba. Immagini di se stesso in preda al terrore, di perdere il controllo e fare del male alla bimba.
Le immagini,dopo un po’ di tempo, si diffusero verso tutte le persone con cui veniva a contatto. Non poteva guardare le persone: seguiva l’ immagine spaventosa di se stesso che perdeva il controllo e aggrediva. Ovunque si posavano i suoi occhi, succedeva un fatto distruttivo.
La cosa curiosa era che, con la bimba era molto spaventato, invece quando provava quelle immagini verso altri, soffriva un disagio minore. Si sentiva rassicurato, perché l’aggressività era più generalizzata. Non un odio verso la bimba,quindi, ma un diabolico meccanismo mentale rivolto verso tutti.
Col passare dei giorni, le immagini erano continue e assillanti. Si intrufolavano nella sua mente contro il suo volere. Paolo era stravolto. Non si riconosceva e non accettava quella parte cattiva di se stesso.
Era estremamente ansioso e in preda all’ angoscia. Era agitato se rimaneva a casa da solo,ma era ansioso anche fuori, specie quando era solo.
Paolo, nella realtà,non era e non è una persona cattiva. E’ una persona cordiale, che va d’ accordo con tutti. Questa giovialità è spontanea,non è falsa o per coprire aspetti cattivi di Sé.
Questo stato emotivo era un disastro. Ormai non si contavano le disattenzioni sul lavoro,la bassa resa e i contrasti con i colleghi di lavoro.
Non riusciva a stare solo, stava bene solo con sua moglie. Ma lei doveva accudire alla bimba e al bambino più grande.
Paolo si sentiva un mostro, un padre criminale. Qualche volta aveva pensato anche al suicidio. Aveva pensato di abbandonare la casa, la sua famiglia, il figlio e soprattutto la bimba tanto desiderata.
Eppure lui e sua moglie erano orgogliosi di avere un maschietto e una femminuccia.
Dopo diverso tempo di sofferenza, il problema si era allentato e diminuito.
Aveva saputo del mio indirizzo da un altro mio cliente. Subito prese contatto per iniziare la psicoterapia.
Quando prese contattostava meglio,non era nella fase acuta dei primi tempi, ma era ugualmente sconvolto a parlare di queste cose. Finora non aveva mai parlato a nessun altro di quanto era successo.
I problemi erano abbastanza seri, non per i fatti aggressivi che temeva di commettere, ma per il grado di sofferenza che provocavano.
Il problema sofferto da Paolo si chiama ‘ paura di impazzire’ . Rientra nella sindrome degli attacchi di panico. Il suo disturbo era ‘Attacchi di Panico con agorafobia. La sua è una personalità ossessiva-compulsiva.
I colloqui hanno ricostruito la storia della patologia di Paolo. Hanno procurato beneficio e rassicurazione al soggetto, man mano che scopriva la costruzione del problema, dall’ infanzia,adolescenza, ingresso nella vita adulta, matrimonio e nascita dei figli.
Paolo è il primo di tre fratelli. La sua infanzia non era stata facile, perché la presenza di una nonna tiranneggiava su tutta la famiglia. In casa i litigi erano frequenti e la tensione era continua.
Sua madre era molto ansiosa e spesso soffriva di attacchi panico, come le sue sorelle. Anche suo padre era molto emotivo, instabile e facilmente irritabile.
Paolo era un bambino timido e insicuro. I genitori erano solleciti, ma non manifestavano apertamente affetto e rassicurazioni.
L’insicurezza e la timidezza fu fonte di sofferenza anche durante l’ adolescenza. Per fortuna accaddero occasioni fortunate, che cominciarono a fargli cambiare visione della vita e a costruire il suo carattere. A 18 anni fece una serie di colloqui con uno psichiatra che aiutarono a superare la timidezza.
Siccome aveva una bella voce,per qualche tempo fece lo speaker in una radio libera. Questa esperienza fu estremamente positiva per la sua autostima.
Le prime esperienze con le ragazze non furono molto brillanti. Ma l’ incontro con la donna che poi divenne sua moglie, riferisce che fu sempre positiva.
Le prime avvisaglie dell’ attacco di panico furono avvertite già con la nascita del primo figlio. Infatti si sentiva strano e turbato, ma non dette molto peso ad alcune immagini brutte che aveva avuto.
Queste consistevano in sensazioni di perdere il controllo e lanciarsi da un balcone. Qualche volta aveva avuto il pensiero: “… e se perdo il controllo e vado a schiantarmi contro una macchina?”.
Paolo racconta che a quel tempo aveva paura delle altezze e guidare la macchina sui viadotti.
La psicoterapia, e un’ altra tecnica chiamata E M D R., lo hanno aiutato a collegare tutte queste paure,che prima sembravano a sé stanti.
Paolo ha trovato un immenso beneficio quando ha scoperto che tutto proveniva da un’ atteggiamento iper-protettivo dei genitori. Questi, quando Paolo era bambino,parlando tra loro, dicevano che se restava solo si sarebbe fatto male. Lui aveva interiorizzato questa convinzione.
Ad ogni passaggio di fase e di ruolo della vita, le insicurezze attivavano le antiche paure e veniva attivata l’ansia di rimanere solo. L’estrema gravità delle immagini (la paura di far male) innescava angosce che si auto- alimentavano, fino all’ attacco di panico.
L’ultime paure di Paolo di far male a sua figlia, sono state completamente debellate, desensibilizzando l’ansia con la tecnica EMDR, evitando di impaurirsi quando si trova ansioso, accettando ora le sfide dell’ età adulta, senza più bisogno di un supporto.
Il sogno di Paolo di non soffrire più di attacchi di panico,di sapere cosa fare di fronte alle ansie e alle sfide della vita, di godere la famiglia senza paure, è stato realizzato.
Il messaggio di Paolo è di non soffrire inutilmente,ma chiedere aiuto quando si ha bisogno e quando ti accorgi di non farcela se sei sopraffatto dalla tua emotività.
N.B. Il nome è stato cambiato, per motivi di privacy e riservatezza.
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