Dal diario di M., paziente di 53 anni.
Io ho paura delle altitudini, mi dice M., soffro le altezze. Quando mi trovo su un piano rialzato come un balcone, un’ impalcatura o anche sugli spalti di un campo sportivo, mi tremano le gambe….
Non parliamo della paura che mi prende quando sono in autostrada. Il senso di insicurezza che mi dà il piano instabile della macchina in movimento, si somma alla instabilità del tremore delle mie gambe.
Giorni fa ho visto delle foto che mi hanno molto colpito e mi sono
rimaste fortemente impresse.
Una delle foto ritraeva un uomo che stava tranquillamente, in piedi, sulla
sommità di una pala eolica, una di quelle mostruosamente alte.
Ho avuto un’emozione forte, come se fossi stato lì sopra.
La mia paura di fondo: essere preso da un raptus improvviso e buttarsi di
fuori.
Ne ho diversi di questi pensieri. Forse è la paura di un raptus improvviso.
Questi pensieri passano come flash nella mia mente, e mi mettono molta ansia.
Forse perché si attiva una paura di perdere il controllo e commettere qualche azione pericolosa.
Praticamente la paura è che se allento il controllo, potrei fare qualcosa
contro di me o contro gli altri.
Ma come sarebbe la mia vita e la mia personalità senza questa paura?
Questa fobia serve a mantenere il controllo? Sarei un mostro? Un criminale? Una persona pronta a commettere ogni sorta di crimini contro se stesso e verso altri?
Non penso: la mia infanzia è stata tipica di tanti bambini. La mia famiglia
era ansiosa come tante, con la normale conflittualità di una famiglia tipo.
Non ci sono stati traumi di violenze,abbandoni, maltrattamenti o abusi.
Ansia, quella sì. Ansia e timidezza. Una insicurezza che si acuiva quando i
miei compagni si prendevano gioco di me.
Ma chi non è stato mai preso in giro da ragazzo?
Io penso che se non avessi queste fobie, non succederebbe nulla di grave.
Starei senza ansia, senza tensione e senza paura. A cosa servono queste paure?
Potrei godere il panorama dall’ alto, oppure fare tranquilli viaggi in autostrada.
Ma allora a che pro questa fobia?
Forse una paura di crescere e di allontanarmi dal luogo sicuro? Un modo per rimanere legato al posto sicuro della casa.
Forse era una paura dei miei genitori? Ricordo che erano sempre preoccupati a lasciarmi.
Non potevo mai andare da solo, ad esplorare il mondo.
Con questi presupposti da grande non vai da nessuna parte.
Infatti la mia paura era di crescere e andare via.
Crescere significa diventare indipendenti. E’ un distacco, un prendere il
volo.
Cosa lo impediva?
La paura di non farcela?
O forse la paura di farcela?
Forse è proprio quest’ ultima: la paura di farcela.
Alla mia ansia di fondo, forse, si sommava la paura dei miei genitori.
Ricordo che, spesso sentivo che dovevo dimostrare loro che non ero
insicuro, solo così mio padre non mi rimproverava.
Ma quest’ansia di far vedere, che ero un tipo sicuro e senza paura, otteneva l’ effetto contrario: mi creava ancora più ansia.
Ogni sensazione di insicurezza dentro di me, mi creava ancora più ansia.
Insomma avevo paura della paura.
E’ come il cane che si morde la coda. Ed è in questo modo che si rischia di
provocare il panico.
Se stai sempre lì con la paura di scoprirti ansioso, diventi ansioso.
Ogni minima sensazione allo stomaco,anche se non si tratta di ansia, tu la consideri tale e ti preoccupi.
Siccome tu hai paura di essere ansioso,scoprire che lo sei, ti fa diventare ancora di più preoccupato.
Questa nuova preoccupazione fa raddoppiare l’ansia iniziale.
Siccome non accetti queste emozioni,sei sempre più preoccupato e turbato.
Tutto il resto non esiste, pensi solo a quello che stai provando.
Arrivi a pensare che c’è qualcosa che non va, che stai male e vai sempre dal medico.
Lo stato di agitazione ti fa pensare le cose più assurde: di avere malattie sconosciute.
Essere malato di nervi, o che ti può venire un infarto, perché il cuore è sempre in stato di tachicardia.
Non parliamo di quei brutti pensieri che passano per la mente! Paura di farmi male o di far male,
di commettere qualche atto scostumato, di gridare, non rispettare le regole!
Qualche volta ti chiedi: ma sono sano di mente? Sto per impazzire?
Ora ho contattato il dottore. Mi ha ascoltato pazientemente tutto il tempo.
All’inizio ero preoccupato del suo giudizio. Avevo timore che avrebbe confermato la mia paura di impazzire.
Per fortuna ha anticipato le mie preoccupazioni, della paura del giudizio.
Ha detto che lo psicoterapeuta non critica e non giudica. Il paziente è accettato incondizionatamente.
Sono stato capace di dire cose, che non ho riferito mai a nessuno.
Mi ha spiegato che tutto è dovuto al turbamento, provocato dalle sensazioni emotive dell’ ansia e del panico.
Ho fatto solo una seduta, ma ho intenzione di iniziare seriamente.
Voglio liberarmi da queste preoccupazioni e iniziare una vita serena e tranquilla.
Peccato che non l’ho deciso tanto tempo fa.
Ma non è mai troppo tardi.
Così mi ha detto il dottore quando ci siamo lasciati, con un sorriso e una stretta di mano.