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Come Vincere le Ossessioni, il Panico, l'Ansia e Vivere al meglio la tua Vita.

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Dott. Mario Di Nunzio

Il senso di Autoefficacia

19 Dicembre 2011 di Dott. Mario Di Nunzio 1 commento

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L’ autoefficacia

Come funziona e come sfruttarla per raggiungere i nostri desideri

Iniziare una dieta, cedere di nuovo alle tentazioni del cibo o abbandonarla perché non si vedono subito i risultati, è triste e demotivante. E’ deprimente iniziare a smettere di fumare, non riuscire a resistere, cedere di nuovo al desiderio e mollare tutto.

Può capitare a tanti di noi di essere motivati a intraprendere un proposito di cambiare determinate abitudini, decidere di iniziare a fare un risparmio, di seguire un programma, di fare una dieta o di smettere di fumare. Inizialmente si parte molto decisi ma succede qualcosa, un cedimento della motivazione, ed ecco che si cede alla tentazione del cibo,alla seduzione della sigaretta, a non andare più in palestra, a non seguire più il programma che ci eravamo proposti, a rinunciare a tutto,tornando come prima, abbattuti,depressi e sconfitti.

Il senso di buon funzionamento e di auto efficienza si rafforza scorgendo i successi del programma. Osservando i progressi raggiunti aumenta la fiducia e rafforza la motivazione.

Una dieta che sta avendo successo e l’osservazione del peso che diminuisce, alimenta la fiducia a perseguire il cammino intrapreso. Osservando l’utilità di ciò che stiamo facendo fa aumentare la motivazione a continuare, alimenta una buona aspettativa sull’ esito finale e rafforza la fiducia sulla nostra efficienza.

Il fumatore che si accinge a smettere, man mano che vede aumentare i giorni che non tocca una sigaretta, rafforza la fiducia a continuare, convincendosi sempre di più.

E’ molto importante credere in tutto quello che facciamo. Una persona che sta facendo una cura per guarire da una malattia, osservando i miglioramenti dello stato di salute, comincia ad albergare una buona aspettativa e fiducia sul trattamento, con l’ effetto di accelerare il processo di guarigione.

I risultati positivi rafforzano la convinzione positiva. E’ fondamentale la fiducia e la sicurezza in noi stessi e in quello che facciamo, per mantenere in vita la validità e la funzionalità.

Attenzione, però! Il successo, oltre che dalla nostra convinzione, deriva dal giudizio emesso dagli altri nei nostri confronti. Il giudizio positivo su noi stessi deriva, il più delle volte, dalla legittimazione esterna.

La stima complessiva di noi stessi e l’ auto efficacia non funziona e non serve a nulla senza riconoscimento sociale e delle persone del nostro ambiente.

Non si può essere campioni se non c’è testimonianza e investitura da parte degli altri. L’ambiente e le persone che ci circondano sono molto importanti, perché se non hanno un buon giudizio su di noi, oppure se non ci accettano,  se sono prevenuti, hanno pregiudizi (pre-giudizi:giudizi dati prima) o ci danno discredito, possono distruggere anche una positiva auto-stima.

La paura del giudizio, la paura di sbagliare, la paura di fare una prestazione poco brillante  o il dubbio di non essere all’altezza della situazione demoliscono man mano un senso di auto efficacia positivo.

Quando il dubbio entra nella nostra mente non è utile fare finta di niente. Nasconderci dietro un dito non aiuta.

Se il problema non è grave e la convinzione negativa non è ancora profonda, un buon metodo  è sedersi per riflettere come cambiare l’opinione negativa. E’ utile allora riportare alla mente le situazioni in cui siamo stati vincenti.

Il segreto è tutto nella nostra testa. La stima di noi stessi e di quello che facciamo è una convinzione, costruita nel tempo, in base alla nostra storia personale e in base a come sono andate le cose.

Non esiste ricchezza più grande di un buon rapporto con noi stessi e una positiva stima di noi stessi in tutti i suoi componenti:il fisico, l’ intelligenza, le capacità e la capacità di relazionarsi bene con gli altri.

Se non ce la facciamo da soli, non perdiamo tempo prezioso della nostra vita: chiediamo aiuto.

Archiviato in:Crescita Personale, Psicologia

Come vincere la paura di sbagliare e avere prestazioni rilevanti

22 Settembre 2011 di Dott. Mario Di Nunzio 15 commenti

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Questo articolo parla dell’ importanza dell’AUTO EFFICACIA. Descrive come raggiungere e mantenere prestazioni rilevanti,in campo motorio,atletico e sportivo. E’ un escursus sul modo di lavorare del cervello e delle strutture neurologiche coinvolte. Svela gli errori da evitare che allenatori e preparatori fanno e che poi fanno perdere le partite importanti.

L’auto efficacia è il positivo sentimento di buon funzionamento, di fiducia in noi stessi, di autostima affermativa e sicurezza sulle nostre capacità di conquista e affermazione nel mondo.

Se provo le mie capacità e vedo che riesco,man mano conquisto un senso di auto apprezzamento.

Il senso di auto efficacia raggiunto mi convince che posso avere autostima e fiducia in me stesso.

In questo studio  esaminiamo il ruolo dell’auto efficacia nelle acquisizioni delle abilità motorie e quindi, come si possono sviluppare e perfezionare  fino a diventare dei campioni.

Come si diventa campione nello sport?

Come si acquista fluidità di movimenti in tutte quelle discipline che richiedono movimento dei muscoli e del corpo?

Perché alcuni hanno grazia e disinvoltura nella danza,nel pattinaggio acrobatico,in atletica o nella ginnastica artistica ed altri sono goffi e insicuri?

Perché un giocatore professionista sbaglia a realizzare rigori negli incontri importanti della nazionale di calcio?

La risposta a queste  domande è Il nostro sentimento di AUTO EFFICACIA.

Noi ci sentiamo efficaci se abbiamo fiducia della nostra efficienza e se non interviene qualcosa, come la paura di sbagliare, che ci fa dubitare delle nostre capacità.

L’ auto efficacia funziona benissimo se non viene disturbata dall’attenzione, dal controllo volontario, dalla paura di sbagliare e dall’insicurezza.

Facciamo un esempio:prendiamo il movimento di un millepiedi.

Questo animaletto, dotato di tanti arti, non ha problemi a muoversi  con sincronismo, automaticamente e a camminare senza intralciare con i suoi innumerevoli piedi.

Si è creato un automatismo che sincronizza tutta la locomozione.  Il suo movimento e il sincronismo funziona benissimo,però, fin quando rimane inconscio e automatico.

I problemi iniziano se, per qualche motivo, viene richiamata l’ attenzione e il controllo cosciente del movimento. A quel punto il millepiedi non cammina più. I movimenti cominciano ad essere goffi, impacciati e desincronizzati.

Com’è possibile questo?

Succede che l’ impedimento viene causato dal processo di attenzione.  Il controllo volontario non ce la fa a controllare e a muovere tanti muscoli.

In termini informatici, possiamo dire che il computer cerebrale dell’ attenzione non è in grado di fare tante cose contemporaneamente, ma può svolgere solo poche azioni alla volta.

Noi possiamo rivolgere l’ attenzione ad una sola cosa,una sola elaborazione per volta. Possiamo spostare facilmente l’ attenzione e fare parecchie cose in modo seriale, ma in contemporanea è possibile fare una cosa per volta.

Quando impariamo un movimento nuovo,come ad esempio imparare a camminare da bambino, oppure quando impariamo nuovi passi di danza, o un’ atleta che prepara e apprende nuovi movimenti della ginnastica artistica, quando il calciatore  professionista lavora ore ed ore a tirare un calcio di punizione o un rigore, quando nel pattinaggio l’ atleta apprende eleganti movimenti, ed altre abilità ancora, inizialmente l’attenzione cosciente  aiuta, con l’ allenamento, a trasformare una goffaggine in un movimento sciolto e disinvolto.

Man mano che l’ esercizio procede i movimenti si affinano,le prestazioni diventano  automatiche e svolte facilmente senza pensare.

Questi automatismi sono possibili perché l’attenzione,con le sue limitate capacità, viene ritirata, le elaborazioni a livello cerebrale  e l’ intero movimento non viene più svolto dalla corteccia cerebrale, sede dell’attenzione,ma elaborato,memorizzato e salvato dal CERVELLETTO.

Il cervelletto è una struttura cerebrale di forma lamellare,collocato come una farfalla sotto il cervello,dietro al collo.

Ha una funzione multi tasking,cioè può svolgere innumerevoli funzioni contemporanee di elaborazione,esecuzione e controllo dei movimenti.

Questo agisce completamente in maniera automatica,al di fuori del controllo cosciente dell’ attenzione.

Il cervello in qualsiasi momento può riprendere il controllo e scavalcare il cervelletto,però si diventa impacciati,goffi, e insicuri.

Ricordiamo che l’ attenzione può fare  minime  operazioni contemporanee  per volta,il cervelletto,invece, ha un’elevata capacità multitasking e   può fare tante elaborazioni in contemporanea.

Il cervelletto è come se avesse tanti computer che ognuno elabora,regola,controlla,invia informazioni  e sta attento al feed back che riceve dal sistema muscolare del corpo umano.

Pensiamo a quanti muscoli sono da muovere  con precisione, controllare  esattamente e in coordinazione! Ma tutto avviene elegantemente,anzi,migliorando continuamente la  performance ogni volta che il soggetto si rende conto della sua auto efficacia (SELF EFFICACY).

Questa qualità però può avere un tracollo se la persona comincia a provare dei dubbi sulle sue capacità di performance. A quel punto la paura e la voglia di far bene costringono l’ attenzione a riprendere il controllo.

Se si cominciano ad avere delle defaillance, delle cattive prestazioni o si cerca a tutti i costi che le cose devono andare bene,  è a quel punto che le cose cominceranno ad andare male.

L’ atleta che in una gara importante vuole ben figurare, ha paura di sbagliare, e ‘ce la mette tutta’ rischia di far  fallire la prestazione.

Un uomo  che in un incontro intimo con una donna a cui tiene molto, teme  di non fare bella figura e  vuole a tutti i costi riuscire nella sua virilità,rischia seriamente di fare una pessima figura.

La potenza virile è fuori dal controllo diretto della volontà.

Se la sua mente è preoccupata e l’ attenzione è vigile, questa, nella sua pretesa del controllo, non ha la tranquillità e la fiducia per lasciare che l’automatismo  dell’eccitazione vada a richiamare il sangue che fa inturgidire gli organi sessuali.

Il giocatore della nazionale di calcio che, in finale o in una importante partita, sta per battere un calcio di rigore,se diventa cosciente di tanti occhi che lo guardano e che’non può sbagliare’,delle conseguenze negative che ne deriverà per la sua squadra, per se stesso e per la sua carriera, lascia che il dubbio e l’ insicurezza prendano il sopravvento.

A questo punto aumenterà il suo grado di attenzione per ‘mettercela tutta’. Con la paura scalza gli automatismi,  trasferisce il controllo all’attenzione,che come abbiamo visto ha scarsa capacità nell’ elaborazione dei movimenti.In questo modo si  assicura per sé  il fallimento e fa perdere la partita alla sua squadra.

Conclusione di questo primo elaborato sull’auto efficacia possiamo aggiungere che, ai fini di una grande prestazione, i calciatori della nazionale chiamati a calciare  rigori sotto gli occhi del mondo,devono fare in modo di isolarsi,di non preoccuparsi e di escludere l’ emotività. Rendersi conto di quello che sta avvenendo, causerà un ‘mettercela tutta’, che per quanto sopra spiegato causerà l’ esclusione degli automatismi e quindi la perdita della partita.

Archiviato in:Articoli divulgativi, Psicologia

I Traumi Psicologici

28 Dicembre 2010 di Dott. Mario Di Nunzio 2 commenti

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A qualcuno può capitare prima o poi,nel corso della vita, di subìre un trauma.
Questo disturbo può insorgere in seguito ad un evento particolarmente grave:  situazioni in cui si è rischiato di morire o si sono subite gravi lesioni, oppure questi stessi eventi sono accaduti… …a familiari,  a persone particolarmente vicine. Oppure  è capitato a persone estranee, ma  che ci trova coinvolti per il nostro lavoro che ci obbliga a prestare soccorso. Si può subìre un trauma anche solo aver  assistito all’ evento.

Fra gli esempi più comuni di questi traumi ci sono: gli incidenti automobilistici, incidenti sul lavoro, terremoti, azioni terroristiche, un  lutto, violenze fisiche e sessuali.
I sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress (o P.T.S.D.) sono variabili da persona a persona. Nella maggior parte delle volte questa esperienza viene  superata in modo graduale. In una minoranza di casi, invece, si può sviluppare un Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), il cui sviluppo o meno  può dipendere dalle caratteristiche di  personalità, dal contesto sociale e dalla natura degli eventi subìti.
In ogni caso  perché si possa parlare di un vero e proprio Disturbo Post-Traumatico da Stress i sintomi devono durare almeno un mese.

Il PTSD si può manifestare attraverso questi sintomi:
1)Sintomi intrusivi
L’episodio traumatico tende ad essere rivissuto dalla persona, in uno o più modi diversi: possono essere presenti sogni che riguardano l’evento,ma anche immagini, pensieri o percezioni relative all’evento (suoni, sensazioni tattili, sapori, odori, emozioni) che vengono spesso in mente contro la volontà e senza che la persona lo voglia.
Si può provare notevole disagio quando ci si trova di fronte a situazioni che in qualche modo ricordano l’episodio traumatico. Per esempio, in una persona che è stata traumatizzata da un incidente automobilistico, sentire il suono di una frenata di un’automobile,  può suscitare ansia, paura o spavento.
In casi particolari, il rivivere l’evento traumatico prende la forma di veri e propri flashback, cioè il comportarsi o il sentire come se l’evento traumatico fosse nuovamente e realmente presente.
Nei bambini il trauma può essere rivissuto attraverso sogni, incubi o rappresentazioni degli eventi nel gioco e nel disegno.
2) Sintomi di evitamento e di attenuazione della reattività generale
Chi ha subito un trauma,  normalmente, cerca di evitare i pensieri, i ricordi, le sensazioni, le emozioni ed i discorsi relativi al trauma. Ugualmente cercherà di evitare situazioni, persone o luoghi che le possano ricordare quanto è accaduto.

A volte è possibile che una o più parti del trauma siano dimenticate o molto confuse oppure come se la memoria per gli eventi fosse “bucherellata”.
La persona può sentirsi demotivata, priva di prospettive e di interesse per le cose che prima la entusiasmavano, può sentirsi distaccata dagli altri.
3) Sintomi di aumentata attivazione
Può capitare che la persona che ha subìto un trauma abbia una o più di queste difficoltà: difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, a concentrarsi su un compito, reazioni esagerate di allarme e di paura, scoppi di rabbia eccessivi o inopportuni.
Questi sintomi possono comparire immediatamente dopo l’evento traumatico, ma anche a distanza di molti mesi.
Quando i sintomi spariscono spontaneamente, nella metà dei casi ciò avviene entro tre mesi dalla comparsa dei sintomi stessi.
In una percentuale minore di casi i sintomi persistono negli anni,potendo durare anche per decenni.

Non aspettare che passi da solo,questo può durare tanti anni,oppure rimanere per sempre.  Esiste una terapia specifica per i traumi.  In breve tempo puoi stare meglio. Contatta un terapeuta specialista  E. M. D. R . Il mio numero 334 60 64 105 per avere informazioni e avere un consulto.

Dott. Di Nunzio Mario

Un trauma  è una esperienza scioccante che  segna  profondamente  la persona che l’ ha vissuta.
Cosa fare se avete subito un trauma,  un incidente , un abuso, un lutto  o una brutta situazione dalla quale non  riuscite a dimenticare? Chiama subito chi può darti una mano.

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Video Anti Depressione

14 Dicembre 2010 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Video Anti Depressione per non chiudere la porta ai tuoi sogni e iniziare alla grande la tua giornata.

Video Anti Depressione

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La potenza del Subconscio

3 Novembre 2010 di Dott. Mario Di Nunzio 2 commenti

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La potenza del Subconscio

Il subconscio ha una forza curativa miracolosa che fa guarire corpo e anima.

Nelle parti più recondite del vostro subconscio si nasconde una scorta inesauribile di possibilità,di predisposizioni e di talenti che aspettano solo di essere sviluppati e di trovare espressione.

Nel subconscio si nasconde un’infinita sapienza e un’ infinita potenza; questi saranno nostri non appena siamo capaci e disposti ad accettare questa forma di insegnamento.

Quello che occorre è imparare ad adoperare il nostro inconscio in maniera corretta.

Coscienza ed inconscio

Immaginiamo un giardino e noi stessi immaginiamoci giardinieri e curatore del nostro giardino.

Se la cura è scrupolosa, noi possiamo piantare i semi in questo terreno fertile, fiduciosi di raccogliere fiori profumati e frutti succosi.

Lo stesso vale nel giardino del nostro subconscio. Il tipo e la qualità del seme dipenderà dalle nostre abitudini mentali. Ciò che pianteremo nel nostro subconscio, crescerà a prenderà forma nel nostro corpo o nella nostra vita. Senza indugio dobbiamo iniziare a instillare nel nostro subconscio pensieri di pace, di felicità, di comportamento onesto, di buona volontà e di benessere.

Se seminiamo positivo e allontaniamo al più presto la negatività, i cattivi pensieri, le invidie, le malignità e il cattivo umore, i pensieri positivi formeranno un humus fertile del nostro giardino e del nostro subconscio che ci farà raccogliere frutti prodigiosi.

Se vogliamo che la nostra vita abbia un andamento positivo,dobbiamo diventare padroni incontrastati dei nostri pensieri. Non appena i pensieri positivi che abbiamo instillato nel nostro subconscio saranno di natura positiva,armoniosi e pacifici, il subconscio rivelerà la sua magica efficacia,creando condizioni di vita armoniose e piacevoli.

Tutto si svolgerà al meglio. Non appena saremo in grado di controllare i nostri pensieri, potremo impiegare le forze del nostro subconscio per risolvere qualsiasi problema e difficoltà.

Forse qualcuno di voi mi starà chiedendo: “è troppo facile parlare così, perché Lei può seminare liberamente nel suo terreno, nel giardino e nel suo subconscio. Io non sono così libero: ogni mattina e durante tutto il giorno ci sono motivi che mi angustiano, che mi rattristano, che mi mettono in ansia e mi spaventano. Come faccio a liberarmi di queste serpi di questa palude salmastra che mi aggrappano,mi punzecchiano e sono loro i padroni dei miei pensieri?”

Per riprendere il controllo del proprio subconscio e svuotarlo dai pensieri negativi, non c’è altra soluzione che lo scioglimento e la risoluzione dei conflitti mentali. Per riappropriarsi dell’ enorme energia che viene dissipata, o che si perde e che si sciupa nei circuiti difettosi dei traumi, nei vissuti di un’ infanzia infelice, di una triste storia o di un presente infelice, è necessario il coraggio di un lavoro a ritroso, nella propria mente, fatto da solo, o meglio con l’aiuto di chi può aiutare. Tutta l’energia mentale,ora dispersa in tanti rigagnoli inutili,viene completamente recuperata e messo a disposizione della persona.

Per eliminare la discordia, il caos, le privazioni e tutto ciò che nuoce al piacere della vita, bisogna affrontare il problema alla radice:riorganizzare completamente il nostro pensiero cosciente e costituire, nel mondo dei nostri pensieri e delle nostre idee, un ordine tutto nuovo.

La maggior parte delle gente cerca di mutare le circostanze e i fatti esterni con mezzi esterni. Ma è sempre il nostro mondo interiore,i nostri pensieri,le nostre sensazioni e idee che crea il mondo esterno.

Il nostro subconscio reagisce in base al nostro modo di pensare. Se la coscienza è ricolmo di paure,timori e preoccupazioni, questo fatto scatenerà, nel nostro subconscio, uno stato d’animo negativo,che si ripercuoterà sulla nostra coscienza sottoforma di pensieri cattivi,disperazione e panico.

Nel caso in cui ti trovi in una situazione simile, cerca di affrontare le tendenze negative che si impongono nel tuo inconscio in modo deciso e in piena coscienza. In base alla padronanza e alla autorità che abbiamo sulla mente rivolgiamoci ad essa in questo modo: “Stai calmo e stai tranquillo! Io sono il Signore e tu devi sottostare ai miei ordini. Quì non c’è niente per voi,pensieri negativi, andatevene!”

E’ estremamente avvincente e interessante osservare come un discorso deciso e convinto sul subconscio possa riportare quasi di colpo l’equilibrio psichico andato perduto.

La coscienza ha lo stesso ruolo del timoniere o del capitano sul ponte di una nave. Fissa la rotta e trasmette agli uomini della sala macchine gli ordini necessari. L’ equipaggio nella stiva della nave non si chiede quale sia la meta del viaggio,semplicemente obbedisce agli ordini. Il capitano è il Signore della sua nave e tutto avviene per sua volontà.

Non si può tergiversare:il marinaio deve eseguire semplicemente i suoi ordini.

D’ altronde, è proprio per il fatto che deve sottostare agli imperativi della coscienza che viene chiamato’ subconscio’.

Il subconscio esegue infatti tutti gli ordini che la nostra coscienza gli fa pervenire,sia come ordini diretti che come giudizi o convincimenti.

Per il nostro benessere e salute mentale è prioritario, ri-prendere il controllo della propria vita.

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Terapie psicologiche per smettere di fumare

14 Marzo 2010 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Ci sono molte metodologie di carattere psicologico che possono essere prese in considerazione quando si vuole smettere di fumare.

Spesso vengono associate diverse metodologie al fine di ridurre sia i sintomi della dipendenza fisica da nicotina che psicologica dalla sigaretta. Ne vediamo alcune:

Ipnosi: Praticata da un esperto ipnologo,l’ipnosi  sopprime il desiderio di fumare e rafforza il desiderio di smettere agendo o immettendo motivazioni inconsce.

L’ipnosi,nel tabagismo, è utilmente impiegata per riprogrammare e costruire il futuro senza la sigaretta.

Terapia comportamentale prevede comportamenti alternativi alle abitudini del fumatore. Ad es.: una volta smesso,nei primi giorni di astensione, dà indicazioni su un comportamento positivo per avere successo(es.: evitare di avere in casa sigarette,accendini o altri oggetti che richiamano il desiderio,ecc). Suggerimenti su come utilizzare efficacemente incentivi,premi e punizioni. Utilizzo quotidiano del “Diario del Successo”.

La Terapia strategica breve è estremamente efficace nel tabagismo  (es.: prescrizioni di fumare il doppio delle sigarette fumate normalmente.ecc.).

La P.N.L. (o Programmazione Neuro Linguistica) addestra al cambiamento istantaneo del Modulo Fumatore a quello NON Fumatore, (come in “Io Posso Dominare il Fumo”)

LaTerapia Cognitiva,in questo settore, va a modificare le resistenze e le convinzioni dei fumatori. Una diffusa convinzione dei fumatori è,ad esempio:fumare è un piacere da cui difficilmente ci si può distaccare.

Supporto psicologico individuale: Mediante incontri con lo psicologo si focalizza l’ attenzione sui comportamenti legati al fumo,si mettono in luce le resistenze che bloccano e trattengono nel vizio, rafforza l’autostima e i punti di forza.

Supporto psicologico di gruppo: Si tratta di incontri con altre persone che stanno tentando di smettere di fumare. Il confronto tra le varie esperienze permette di acquisire sicurezza, sconfiggere l’ansia causata dall’astinenza e rafforzare le motivazioni a smettere. Se fatto bene, il trattamento di gruppo può agire alla stregua dei gruppi “Anonima Alcolisti”. L’aiuto reciproco fa aumentare decisamente la probabilità di riuscire e aiuta a rimanere lontani dal fumo anche a distanza di tempo.

N.B.Molte tecniche su riportate sono in: ‘Io Posso Dominare il Fumo’

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