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Come Vincere le Ossessioni, il Panico, l'Ansia e Vivere al meglio la tua Vita.

Studio di Psicologia specializzato nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Attacchi di Panico, Giochi d'azzardo.

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Psicologia

Attacchi di panico

30 Settembre 2012 di Dott. Mario Di Nunzio 1 commento

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Il report che stai per leggere è un caso clinico di una vicenda di un mio paziente sofferente di attacchi di panico, risolto con la psicoterapia.

Un giorno il mio cliente,Paolo, di 47 anni, stava tornando da una visita medica. Viaggiava in macchina con sua figlia.D’ un tratto si sentì come 21 anni prima,quando gli passò in mente un orribile immagine, quella di far male… alla sua figlioletta. A quel tempo non aveva fatto nulla per superare il problema, perché non sapeva a chi rivolgersi, ma soprattutto era spaventato all’ idea che qualcun altro veniva a sapere il dramma che passava per la sua testa. Fece solo un consulto da uno psichiatra, ma non seguì la terapia farmacologica. La sua paura era che i farmaci l’avrebbero ammansito e tranquillizzato e fatto abbassare il controllo. Invece di questo Paolo aveva più paura: doveva stare alla massima allerta, perché se non si controllava poteva succedere  l’ irreparabile.

21 anni prima era solo a casa, quando iniziarono quelle brutte immagini e quei pensieri.

La bimba dormiva nella sua culla. L’aveva cullato, tutto il tempo, per farla prendere sonno.

D’ un tratto un pensiero, delle immagini spaventose e una tempesta emotiva che gli scatenò un finimondo.

Senza motivo, completamente ‘a ciel sereno’ gli passò per la mente un pensiero: “ E se mi parte un colpo? Se perdo il controllo e  la colpisco con un pugno?”.

Fu uno shock terribile. L’ inizio di un lungo periodo di immagini terrificanti.

Da quel momento non riuscì a più rimanere solo con la bimba. Immagini di se stesso in preda al terrore, di perdere il controllo e fare del male alla bimba.

Le immagini,dopo un po’ di tempo, si diffusero verso tutte le persone con cui veniva a contatto. Non poteva guardare le persone: seguiva l’ immagine spaventosa di se stesso che perdeva il controllo e aggrediva. Ovunque si posavano i suoi occhi, succedeva un fatto distruttivo.

La cosa curiosa era che, con la bimba era molto spaventato, invece quando provava quelle immagini verso altri, soffriva un disagio minore. Si sentiva rassicurato, perché l’aggressività era più generalizzata. Non un odio verso la bimba,quindi, ma un diabolico meccanismo mentale rivolto verso tutti.

Col passare dei giorni, le immagini erano continue e assillanti. Si intrufolavano nella sua mente contro il suo volere. Paolo era stravolto. Non si riconosceva e non accettava quella parte cattiva di se stesso.

Era estremamente ansioso e in preda all’ angoscia. Era agitato se rimaneva a casa da solo,ma era ansioso anche fuori, specie quando era solo.

Paolo, nella realtà,non era e non è una persona cattiva. E’ una persona cordiale, che va d’ accordo con tutti. Questa giovialità è spontanea,non è falsa o per coprire aspetti cattivi di Sé.

Questo stato emotivo era un disastro. Ormai non si contavano le disattenzioni sul lavoro,la bassa resa e i contrasti con i colleghi di lavoro.

Non riusciva a stare solo, stava bene solo con sua moglie. Ma lei doveva accudire alla bimba e al bambino più grande.

Paolo si sentiva un mostro, un padre criminale. Qualche volta aveva pensato anche al suicidio. Aveva pensato di abbandonare la casa, la sua famiglia, il figlio e soprattutto la bimba tanto desiderata.

Eppure lui e sua moglie erano orgogliosi di avere un maschietto e una femminuccia.

Dopo diverso tempo di sofferenza, il problema si era allentato e diminuito.

Aveva saputo del mio indirizzo da un altro mio cliente. Subito prese contatto per iniziare la psicoterapia.

Quando prese contattostava meglio,non era nella fase acuta dei primi tempi, ma era ugualmente sconvolto a parlare di queste cose. Finora non aveva mai parlato a nessun altro di quanto era successo.

I problemi erano abbastanza seri, non per i fatti aggressivi che temeva di commettere, ma per il grado di sofferenza che provocavano.

Il problema sofferto da Paolo si chiama ‘ paura di impazzire’ . Rientra nella sindrome  degli attacchi di panico. Il suo disturbo era ‘Attacchi di Panico con agorafobia. La sua è una personalità ossessiva-compulsiva.

I colloqui hanno ricostruito la storia della patologia di Paolo. Hanno procurato beneficio e rassicurazione al soggetto, man mano che scopriva la costruzione del problema, dall’ infanzia,adolescenza, ingresso nella vita adulta, matrimonio e nascita dei figli.

Paolo è il primo di tre fratelli. La sua infanzia non era stata facile, perché la presenza di una nonna tiranneggiava su tutta la famiglia. In casa i litigi erano frequenti e la tensione era continua.

Sua madre era molto ansiosa e spesso soffriva di attacchi panico, come le sue sorelle. Anche suo padre era molto emotivo, instabile e facilmente irritabile.

Paolo era un bambino timido e insicuro. I genitori erano solleciti, ma non manifestavano apertamente affetto e rassicurazioni.

L’insicurezza e la timidezza fu fonte di sofferenza anche durante l’ adolescenza. Per fortuna accaddero occasioni fortunate, che cominciarono a fargli cambiare visione della vita e a costruire il suo carattere. A 18 anni fece una serie di colloqui con uno psichiatra che aiutarono a superare la timidezza.

Siccome aveva una bella voce,per qualche tempo fece lo speaker in una radio libera. Questa esperienza fu estremamente positiva per la sua autostima.

Le prime esperienze con le ragazze non furono molto brillanti. Ma l’ incontro con la donna che poi divenne sua moglie, riferisce che fu sempre positiva.

Le prime avvisaglie dell’ attacco di panico furono avvertite già con la nascita del primo figlio. Infatti si sentiva strano e turbato, ma non dette molto peso ad alcune immagini brutte che aveva avuto.

Queste consistevano in sensazioni di perdere il controllo e lanciarsi da un balcone. Qualche volta aveva avuto il pensiero: “… e se perdo il controllo e vado a schiantarmi contro una macchina?”.

Paolo racconta che a quel tempo aveva paura delle altezze e guidare la macchina sui viadotti.

La psicoterapia, e un’ altra tecnica chiamata E M D R., lo hanno aiutato a collegare tutte queste paure,che prima sembravano a sé stanti.

Paolo ha trovato un immenso beneficio quando ha scoperto che tutto proveniva da un’ atteggiamento iper-protettivo dei genitori. Questi, quando Paolo era bambino,parlando tra loro, dicevano che se restava solo si sarebbe fatto male. Lui aveva interiorizzato questa convinzione.

Ad ogni passaggio di fase e di ruolo della vita, le insicurezze attivavano le antiche paure e veniva attivata l’ansia di rimanere solo. L’estrema gravità delle immagini (la paura di far male) innescava angosce che si auto- alimentavano, fino all’ attacco di panico.

L’ultime paure di Paolo di far male a sua figlia, sono state completamente debellate, desensibilizzando l’ansia con la tecnica EMDR, evitando di impaurirsi quando si trova ansioso, accettando ora le sfide dell’ età adulta, senza più bisogno di un supporto.

Il sogno di Paolo di non soffrire più di attacchi di panico,di sapere cosa fare di fronte alle ansie e alle sfide della vita, di godere la famiglia senza paure, è stato realizzato.

Il messaggio di Paolo è di non soffrire inutilmente,ma chiedere aiuto quando si ha bisogno e quando ti accorgi di non farcela se sei sopraffatto dalla tua emotività.

N.B. Il nome è stato cambiato, per motivi di privacy e riservatezza.

Archiviato in:Cura e Trattamento, Psicologia

LA DEPRESSIONE

10 Settembre 2012 di Dott. Mario Di Nunzio 1 commento

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Questa esposizione ha l’ obiettivo di mostrare una visione completamente diversa della depressione: come nasce, come si forma, come si mantiene e come si può guarire, attraverso il modello del corso di un fiume,similitudine del circuito degli impulsi elettrici cerebrali

La depressione è uno dei disturbi psicologici più frequenti e conosciuti. Interessa persone di tutte le età: dai bambini, alle persone di età avanzata.

Ma cosa si intende per DEPRESSIONE?

Il termine  DEPRESSIONE  indica un abbassamento della gioia  di vivere, dell’energia vitale, abbassamento dell’umore, dell’ ottimismo, della fiducia in se stessi, fiducia negli altri e nel futuro.

L’energia vitale dell’ Uomo è come il corso di un irruente fiume che scende a valle. [Leggi di più…] infoLA DEPRESSIONE

Archiviato in:Cura e Trattamento, Depressione, Psicologia Contrassegnato con: Depressione, Disturbo ansioso-depressivo, Disturbo depressivo

E.M.D.R.

14 Agosto 2012 di Dott. Mario Di Nunzio 18 commenti

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E.M.D.R.
(Eyes Movements Desensitization and Reprocessing)

L’ EMDR è una nuova psicoterapia, scoperta dall’ americana Francine Shapiro, che mediante opportuni e precisi movimenti degli occhi,o altre forme particolari di stimolazione, permette in poco tempo di curare positivamente i traumi dovuti a esperienze particolarmente dolorose, come:incidenti gravi,abusi, violenze,lutti,ecc.

Il suo campo di efficienza,frutto di continue sperimentazioni, [Leggi di più…] infoE.M.D.R.

Archiviato in:Cura e Trattamento, Psicologia, Salute

E’ tutto una fobia

18 Gennaio 2012 di Dott. Mario Di Nunzio 2 commenti

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Dal diario di M., paziente di 53 anni.

Io ho paura  delle altitudini, mi dice M., soffro le altezze. Quando mi trovo su un piano rialzato come un balcone, un’ impalcatura o anche sugli spalti di un campo sportivo, mi tremano le gambe….

Non parliamo della paura che mi prende quando sono in autostrada. Il senso di insicurezza che mi dà il piano instabile della macchina in movimento, si somma  alla instabilità del tremore delle mie gambe.
Giorni fa ho visto delle foto che mi hanno molto colpito e mi sono
rimaste fortemente impresse.
Una delle foto ritraeva un uomo che stava tranquillamente, in piedi, sulla
sommità di una pala eolica, una di quelle mostruosamente alte.
Ho avuto un’emozione forte, come se fossi stato lì sopra.
La mia paura di fondo: essere preso da un raptus improvviso e buttarsi di
fuori.
Ne ho diversi di questi pensieri. Forse è la paura di un raptus improvviso.
Questi pensieri passano come flash nella mia mente, e mi mettono molta ansia.
Forse perché si attiva una paura di perdere il controllo e commettere qualche azione pericolosa.
Praticamente la paura è che se allento il controllo, potrei fare qualcosa
contro di me o contro gli altri.

Ma come sarebbe la mia vita e la mia personalità senza questa paura?
Questa fobia serve a mantenere il controllo? Sarei un mostro? Un criminale? Una persona pronta a commettere ogni sorta di crimini contro se stesso e verso altri?

Non penso: la mia infanzia è stata tipica di tanti bambini. La mia famiglia
era ansiosa come tante, con la normale conflittualità di una famiglia tipo.
Non ci sono stati  traumi di violenze,abbandoni, maltrattamenti o abusi.
Ansia, quella sì. Ansia e timidezza. Una insicurezza che si acuiva quando i
miei compagni si prendevano gioco di me.
Ma chi non è stato mai preso in giro da ragazzo?
Io penso che se non avessi queste fobie, non succederebbe nulla di grave.

Starei senza ansia, senza tensione e senza paura. A cosa servono queste paure?
Potrei godere il panorama dall’ alto, oppure fare tranquilli viaggi in autostrada.
Ma allora a che pro questa fobia?
Forse una paura di crescere e di allontanarmi dal luogo sicuro? Un modo per rimanere legato al posto sicuro della casa.
Forse era una paura dei miei genitori? Ricordo che erano sempre preoccupati a lasciarmi.
Non potevo mai andare da solo, ad esplorare il mondo.
Con questi presupposti da grande non vai da nessuna parte.
Infatti la mia paura era di crescere e andare via.
Crescere significa diventare indipendenti. E’ un distacco, un prendere il
volo.
Cosa lo impediva?

La paura di non farcela?
O forse la paura di farcela?

Forse è proprio quest’ ultima: la paura di farcela.
Alla mia ansia di fondo, forse, si sommava la paura dei miei genitori.
Ricordo che, spesso sentivo che dovevo dimostrare loro che non ero
insicuro, solo così mio padre non mi rimproverava.
Ma quest’ansia di far vedere, che ero un tipo sicuro e senza paura, otteneva l’ effetto contrario: mi creava ancora più ansia.
Ogni sensazione di insicurezza dentro di me, mi creava ancora più ansia.
Insomma avevo paura della paura.
E’ come il cane che si morde la coda. Ed è in questo modo che si rischia di
provocare il panico.
Se stai sempre lì con la paura di scoprirti ansioso, diventi ansioso.
Ogni minima sensazione allo stomaco,anche se non si tratta di ansia, tu la consideri tale e ti preoccupi.
Siccome tu hai paura di essere ansioso,scoprire che lo sei, ti fa diventare ancora di più preoccupato.
Questa nuova preoccupazione fa raddoppiare l’ansia iniziale.
Siccome non accetti queste emozioni,sei sempre più preoccupato e turbato.
Tutto il resto non esiste, pensi solo a quello che stai provando.

Arrivi a pensare che c’è qualcosa che non va, che stai male e vai sempre dal medico.
Lo stato di agitazione ti fa pensare le cose più assurde: di avere malattie sconosciute.
Essere malato di nervi, o che ti può venire un infarto, perché il cuore è sempre in stato di tachicardia.

Non parliamo di quei brutti pensieri che passano per la mente! Paura di farmi male o di far male,
di commettere qualche atto scostumato, di gridare, non rispettare le regole!

Qualche volta ti chiedi: ma sono sano di mente? Sto per impazzire?
Ora ho contattato il dottore. Mi ha ascoltato pazientemente tutto il tempo.
All’inizio ero preoccupato del suo giudizio. Avevo timore che  avrebbe confermato la mia paura di impazzire.
Per fortuna ha anticipato le mie preoccupazioni, della paura del giudizio.
Ha detto che lo psicoterapeuta non critica e non giudica. Il paziente è accettato incondizionatamente.
Sono stato capace di dire cose, che non ho riferito mai a nessuno.
Mi ha spiegato che tutto è dovuto al turbamento, provocato dalle sensazioni emotive dell’ ansia e del panico.
Ho fatto solo una seduta, ma ho intenzione di iniziare seriamente.
Voglio liberarmi da queste preoccupazioni e iniziare una vita serena e tranquilla.

Peccato che non l’ho deciso tanto tempo fa.
Ma non è mai troppo tardi.
Così mi ha detto il dottore quando ci siamo lasciati, con un sorriso e una stretta di mano.

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Sei pessimista o ottimista?

18 Gennaio 2012 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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Sei pessimista o ottimista?

Lo psicologo Richard Wiseman  afferma che, per quanto riguarda  la salute,le profezie autoavveranti possono avere serie ripercussioni sul benessere fisico e la fortuna personale.
Lo psicologo ha fatto sondaggi, raccolto dati e  ha realizzato interessanti esperimenti su un numero significativo di persone.

Secondo uno di questi sondaggi le persone che si ritengono sfortunati o  ‘iellati’ (questa etichetta se la mettono le persone stesse) prevedono di soffrire di un’ampia gamma di disturbi, tra cui il sovrappeso, l’alcolismo e gravi forme di insonnia.

Quel che è peggio, sono spesso convinti di non poter fare nulla per cambiare la situazione. Sono nati sotto una cattiva stella e pensano di essere condannati a vivere un’esistenza di malattie e insuccessi.

Le persone ottimiste e assertive non si ritengono sfortunate dalla nascita, sono positive, sono in grado di gestire e di essere al timone della loro vita si aspettano di essere sani e in forma anche in avvenire. Essi come in molti altri ambiti della loro vita, si attendono che tutto fili liscio, anche sul piano della salute.

Numerose ricerche hanno evidenziato che questo tipo di aspettative può avere un notevole impatto sul benessere delle persone.

‘I ragazzi sfortunati’ ,ad esempio, non si presentano agli esami perché sono certi di essere bocciati. Non si prendono la briga di cercare lavoro, perché sono sicuri di non trovarlo.

Queste persone pensano che sia inutile anche tentare di salvaguardare la propria salute. Non smettono di fumare, spesso non fanno attività fisica, non seguono una dieta equilibrata, non si sottopongono ad alcun controllo preventivo e non si rivolgono al medico quando stanno male.

Sono persuasi che si ammaleranno e che nulla potrà cambiare il loro destino.

Le persone positive, ‘non iellate per natura’, hanno con una visione molto più rosea del futuro.
Addirittura sono così sicure di non cadere vittime del cancro, da non preoccuparsi per tutte le sigarette che fumano. Il loro ottimismo li fa prendere anche dei rischi. Ad esempio, sono così certi di non contrarre malattie a trasmissione sessuale, da correre il rischio di avere rapporti non protetti.

Gli individui con attese positive riguardo all’avvenire, cercano, in genere, di condurre una vita sana, facendo movimento, alimentandosi in modo corretto, prendendo idonee misure preventive e accettano i consigli del medico.

Questo dovrebbe far riflettere sulla nostra visione del mondo e sulla qualità dei nostri pensieri quotidiani. In genere come ti definisci: fortunato o sfortunato?
Non noti le sensazioni di benessere quando ti dici “sono fortunato!”?
Richard Wiseman  ha sviluppato numerosi studi su questi argomenti. Alcuni riguardono la capacità di attrarre la ‘fortuna o la sfortuna’ e i quattro principi per “imparare” ad essere fortunati.

Il libro è “Fattore Fortuna” ed è edito da Sonzogno editore. Buona lettura.

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Cosa fare con l’ansia

8 Gennaio 2012 di Dott. Mario Di Nunzio Lascia un commento

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COS’È L’ANSIA

L’ansia è un’emozione naturale e universale.

E’ connotata da varie sensazioni per lo più spiacevoli fra cui il timore, la paura, l’apprensione, la preoccupazione, la sensazione di perdere il controllo, il bisogno di trovare una soluzione immediata e, nel caso di esposizione prolungata all’ oggetto temuto, la frustrazione e la disperazione.

E’ un meccanismo psicologico, che funge come risposta automatica allo stress.

L’ ansia è un meccanismo psicologico avente la funzione di segnalare e anticipare un pericolo, prima che sia chiaramente sopraggiunto.

Attiva specifiche risposte fisiologiche che spingono alla difesa e al riconoscimento del pericolo, per identificarlo e affrontarlo nella maniera più adeguata: con lo scontro, con l’evitamento o con la fuga.

Anche se spiacevole, l’ansia è un’emozione naturale e universale. Essa ha una funzione di difesa, ma anche di stimolo e di sollecitazione.

Questa caratteristica di interesse ed evitamento nei confronti di un possibile pericolo, è presente negli uomini e negli animali superiori. Serve alla conoscenza del mondo circostante e all’adattamento.

L’ansia è un’emozione fondamentale e spontanea. Ha la funzione di proteggere dalle minacce interne (dal nostro inconscio) e da quelle esterne e prepararci all’azione.

L’ansia, oltre a quelle di difesa, ha altre funzioni fondamentali, oltre a quella sopraccitata: ci consente di impegnarci nei compiti che svolgiamo quotidianamente e che dobbiamo portare a termine.

Ad esempio, studiare per un esame ci sarebbe indifferente se non ci fosse una spinta sottostante, come l’ ansia da prestazione.

Anche svolgere il proprio lavoro quotidiano, con impegno, non sarebbe sempre possibile senza la pressione dell’ansia.

Allo stesso modo, anche un’azione apparentemente banale come quella di uscire di casa in tempo per prendere l’autobus o il treno, fallirebbe miseramente senza la presenza dell’ ansia che ci sollecita.

Questo modalità di ansia è costruttiva, perchè funzionale alla nostra sopravvivenza. Ci rende capaci di far fronte ai problemi della vita e di adoperarci per migliorare il nostro adattamento all’ambiente.

Sono dunque fattori di crescita e di sviluppo della personalità, perchè danno stimoli e motivazione all’accrescimento.

L’ANSIA DISFUNZIONALE

Tuttavia accade che lo stato d’ ansia o allo stato di attivazione non corrisponde ad un pericolo reale.

Succede come ad un sistema d’ allarme ultra-sensibile, che si attiva al passaggio di una mosca.

Allora l’ansia, da risposta del tutto naturale e adattiva, si trasforma in una sproporzionata o irrealistica preoccupazione, perdendo la funzione di elemento di crescita e maturazione, divenendo piuttosto un elemento di disadattamento della personalità.

È così che l’ansia perde la sua funzione adattiva, provocando disagio, difficoltà, incapacità di superare l’ allarme e la situazione di pericolo.

Questa evenienza può presentarsi per diversi motivi, spesso difficilmente identificabili. In generale accade perché siamo sopraffatti da questa emozione.In questa situazione vi è una valutazione errata delle sensazioni emotive e conclusioni sbagliate dei processi cognitivi (es.:’sto per morire’).

L’ ansia è un meccanismo psicologico avente la funzione di segnalare  e anticipare  un pericolo, prima che  sia chiaramente sopraggiunto.

Quando ciò accade la persona tende a sviluppare varie tipologie di comportamento, al fine di tenere sotto controllo le forti emozioni che vive.

Un esempio è il comportamento di evitamento.

La persona in stato di allarme, di una certa entità, all’oscuro da dove proviene il pericolo o in presenza di una minaccia alla sua incolumità, evita volontariamente e ripetutamente il contatto con la fonte d’ansia (per esempio, la vicinanza verso i cani nel caso di soffre di fobia verso questi animali).

Nei casi più gravi può accadere che la persona perda la consapevolezza della fonte della propria ansia, quando questa è a livello inconscio.

Il meccanismo di difesa della rimozione agisce come una sorta di censura della mente, relegando i pensieri e i ricordi spiacevoli ad una parte inconscia della psiche. Questi elementi non vengono più ricordati, tuttavia restano presenti emotivamente, continuando a generare angoscia.

A questo punto l’ansia si allarga a cose e situazioni analoghi agli oggetti temuti, diventa ansia generalizzata e molte altre cose sono fonte di ansia, senza una causa visibile.

Chi soffre di ansia, o di una fobia, o chi soffre di panico, può arrivare ad evitare di uscire di casa da solo, e chiedere ad un familiare di accompagnarlo ogni qualvolta deve allontanarsi da casa.

L’ansia e la a paura di sbagliare, può addirittura chiedere ad un’altra persona di svolgere le attività al posto suo. Questo tipo di comportamento non fa altro che tenere la persona a distanza dalla sorgente delle proprie angosce, impedendole di affrontare e risolvere costruttivamente.

Un tipo di ansia disfunzionale molto diffuso è, per esempio,l’ansia da prestazione.

Essa si manifesta spesso negli studenti universitari, sotto forma di ansia da esame.

Da un punto di vista cognitivo, l’ansia da esame determina vuoti di memoria, sentimenti di fragilità ed inadeguatezza. La vulnerabilità dello studente che soffre di questo tipo di ansia è legata alla prestazione, ovvero alla paura di ricevere un voto basso, di perdere la stima dei propri genitori, del partner, o di vedere compromesso il proprio giudizio sociale.

La rigidità di questa posizione subisce continui rinforzi da varie idee irrazionali del tipo: “devo essere perfetto”, “ho valore solamente se ottengo risultati”, “se non ho successo gli altri mi criticano, mi isolano e mi emarginano”.

Tale visione assolutistica, generalizzando la situazione dell’esame a tutte le altre situazioni della vita e proiettata nel futuro,diventerà: “Diventerò un buono a nulla”, “La mia vita sarà insoddisfacente ed inutile”, “Gli altri non mi stimeranno”.

L’ansia disfunzionale può colpire sia gli adulti che i bambini.

Nell’età dell’infanzia esiste infatti un tipo di ansia, definita ansia da separazione, che si configura come un vero e proprio disturbo.

La caratteristica principale del disturbo è l’ansia eccessiva manifestata dal bambino, quando si deve separare da qualcuno della famiglia a cui è profondamente legato.

L’ansia del piccolo, che viene lasciato solo, causa paure irrealistiche e persistenti, riguardo al verificarsi di eventi che lo possano separare per sempre dai genitori.

In futuro il bambino avrà paura e protesterà ogni qualvolta sarà lasciato solo.

Queste paure infantili sono durature e persistenti. In situazioni specifiche, possono far sentire i loro effetti anche in età adulta.

L’ ansia, quindi è una risposta naturale e funzionale nell’animale e dell’ uomo. Prettamente ha una funzione di difesa e di adattamento all’ ambiente.

In quantità moderata è positiva alla vita. Dà stimolo e aiuta al raggiungimento dei nostri obiettivi.

Se l’ ansia è ipersensibile per le nostre situazioni del passato, allora starà sempre in stato d’allarme, a rovinarci la vita.

Questo significa che abbiamo perso la serenità e la precisa percezione degli eventi.

L’allarme emotivo è causa di attivazione fisiologica, stato di tensione,di agitazione, di allerta, tachicardia,pressione elevata, difficoltà digestiva,difficoltà a prendere sonno, insonnia, affaticabilità, irritabilità, scarsa attenzione e difficoltà di concentrazione.

Ci sono persone che soffrono livelli elevatissimi di questi disturbi. Molte persone arrivano al panico e alla condizione invalidante di non riuscire a fare niente se non sono accompagnati.

In queste condizioni non si vive una vita serena, tranquilla e con la mente tesa alle soddisfazioni e al raggiungimento degli obiettivi voluti.

Prendere semplicemente pillole, non è una buona soluzione allo scioglimento dell’ansia. In questo modo è come togliere corrente al sistema di allarme: non senti più strillare la sirena, ma non risolvi il problema. E’ una pessima soluzione.

La soluzione è rivolgersi a chi può indicare i sistemi per uscire da questo stato invalidante. La psicoterapia ha tutte le armi adatte per estirpare i problemi nelle sue cause più profonde.

Eliminata la causa e con l’ apprendimento di strumenti per fronteggiare eventuali problemi futuri, si libera il percorso del fiume della vita. L’ energia vitale torna scorrere liberamente senza più il senso di frustrazione.

La serenità, la voglia di fare e la liberazione dalle emozioni negative avranno un positivo effetto anche sul nostro stato di salute fisica.

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